Gatto morsicatore ad Arezzo – Costituito presso il Ministero della salute un Gruppo tecnico scientifico per gli approfondimenti
Il 23 giugno presso la sezione di Firenze dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (IZSLT) è stato recapitato dalla ASL Toscana Sud Est un gatto deceduto dopo aver presentato dei sintomi riferibili a rabbia e aver morso la proprietaria residente nel comune di Arezzo.
In seguito all’esame autoptico, un campione di cervello è stato trasportato presso la sede di Roma dell’IZSLT, dove è stato sottoposto agli esami di PCR e di immunofluorescenza diretta, a seguito dei quali è stata emessa la diagnosi di sospetto di rabbia.
Il campione è stato quindi trasferito tempestivamente presso il Centro di referenza Nazionale per la Rabbia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che in data 27 Giugno ha confermato la presenza di un Lyssavirus e ha effettuato la tipizzazione.
Il virus isolato appartiene a Lyssavirus tipici dei pipistrelli ed è diverso dal virus della rabbia classica.
Prima di questo caso, questo specifico Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta nel 2002 a livello mondiale in un pipistrello in Caucaso nel 2002, senza che ne fosse mai stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l’uomo.
La Rabbia classica è generalmente trasmessa dai carnivori domestici e selvatici e gli ultimi casi erano stati segnalati in Italia nella volpe rossa dal 2008 al 2011. L’Italia è ufficialmente indenne dal 2013.
Sulla base dell’esperienza maturata da casi simili in altri paesi, per virus analoghi, la capacità di trasmissione dal serbatoio naturale ad un’altra specie rappresenta un evento estremamente limitato a cui non fa seguito una diffusione epidemica. Attualmente, non abbiamo nessuna evidenza di trasmissione da animale a uomo.
A scopo precauzionale le persone che sono state a contatto con il gatto risultato positivo al virus sono state sottoposte a profilassi post-esposizione.
Gli approfondimenti epidemiologici, che richiedono la tipicità e la novità del caso, hanno determinato la costituzione presso il Ministero della salute, di concerto con la Regione Toscana, di un Gruppo tecnico scientifico che si è già riunito in data 28 giugno con la partecipazione di esperti e Istituzioni locali e nazionali.