Fauna selvatica
Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
L’Istituto è impegnato in numerose attività che riguardano gli animali selvatici terrestri e marini:
- prevenzione e diagnostica delle malattie
- interventi e progetti per il recupero e la tutela della fauna selvatica
- controllo di laboratorio della sicurezza igienico-sanitaria delle carni e dei prodotti alimentari derivati dagli animali selvatici (es. cinghiali)
- formazione e aggiornamento agli operatori del settore (guardie forestali, associazioni zoofile, cacciatori, veterinari, ecc.)
- ricerca scientifica
- medicina forense (Centro di Referenza Nazionale medicina forense veterinaria).
Nelle aree di competenza dell’IZS Lazio e Toscana ricadono il Parco Nazionale del Circeo (provincia di Latina), una piccola parte del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (provincia di Frosinone) e diversi Parchi Regionali e Aree Protette nel Lazio e in Toscana.
Le coste marine delle due regioni hanno una lunghezza complessiva di 993 km (360 nel Lazio e 633 in Toscana), isole comprese.
Principali attività
- Cetacei
- Tartarughe marine
- Argomenti vari
L’attività di sorveglianza dell’Istituto sugli spiaggiamenti dei cetacei
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (IZSLT) è da diversi anni impegnato nella sorveglianza degli spiaggiamenti di cetacei, con il fine di monitorare il fenomeno, diagnosticare ed approfondire lo studio sulle patologie che possono colpire queste specie.
I cetacei possono essere colpiti da patologie in grado di colpire l’uomo (zoonosi), come la Brucella o il Toxoplasma.
L’IZSLT ha sviluppato una rete di laboratori diagnostici a livello nazionale, coordinata dal Centro di Referenza Nazionale per le Indagini Diagnostiche sui Mammiferi marini spiaggiati (C.Re.Di.Ma.), per garantire l’armonizzazione delle attività diagnostiche.
Il lavoro si è sviluppato ed incrementato nel corso degli anni, anche a seguito di progetti di ricerca specifici finanziati dal Ministero della Salute. Per il raggiungimento dell’obiettivo è sempre stata importante la collaborazione delle diverse figure istituzionali che operano sul territorio (Capitanerie di Porto, Aziende Sanitarie Locali, Università)
Un grosso sforzo è stato fatto per l’armonizzazione a livello Nazionale delle attività diagnostiche, culminato nella creazione di una rete di laboratori diagnostici in grado di intervenire sugli episodi di spiaggiamento condividendo e confrontando i risultati delle attività.
La rete è coordinata dal Centro di Referenza Nazionale per le Indagini Diagnostiche sui Mammiferi marini spiaggiati (C.Re.Di.Ma.).
Numerosi sono i laboratori dell’Istituto impegnati nelle indagini finalizzate a: – individuare le diverse cause dello spiaggiamento, singolo o di massa, di cetacei; – monitorare e rilevare la presenza di contaminanti ed inquinanti ambientali; i cetacei sono sentinelle del grado di inquinamento delle acque; – effettuare studi genetici e di popolazione.
Episodi di spiaggiamenti
2019 (gennaio – luglio 2019)
Diagnosi effettuate dall’Unità Operativa Territoriale Toscana Nord sui mammiferi marini spiaggiati in Toscana nei mesi di giugno e luglio 2019
Recuperato un altro delfino, fra Ostia e Fiumicino: analisi in corso presso l’IZS Lazio e Toscana
2013-2016
Nel 2013, a seguito di una moria che ha interessato le coste Tirreniche, l’attività è stata molto intensa ed ha permesso di recuperare e studiare più di 30 esemplari ritrovati nelle coste laziali.
Negli anni successivi il numero di spiaggiamenti è rientrato nella media annuale (7/anno) mentre nel 2016 si è osservato un lieve incremento, con 11 interventi di recupero di animali spiaggiati appartenenti alle specie Stenella coeruleoalba (Stenella) e Tursiops truncatus (Tursiope) spiaggiatisi sulle coste laziali, principalmente lungo il litorale di Fiumicino, Ostia ed Anzio, fino ad arrivare alla provincia di Latina, ed in minor misura sulle coste nel tratto di mare che comprende Civitavecchia, Santa Marinella e Ladispoli.
Relazione sugli spiaggiamenti di cetacei avvenuti lungo le coste della Regione Toscana nel 2015
Come tutte le 7 specie di tartarughe marine esistenti al mondo, è iscritta nella lista delle specie a rischio di estinzione ed attualmente dichiarata vulnerabile. Le tartarughe marine sono sensibili a molte delle attività umane, tra cui il disturbo del turismo nelle aree di riproduzione, e la pesca accidentale. Numerosi gli episodi di spiaggiamento anche nelle coste tirreniche del Lazio e della Toscana. I laboratori dell’Istituto collaborano nelle attività di recupero ed eseguono indagini diagnostiche multidisciplinari, dagli esami anatomo-patologici ed istologici, fino alla ricerca microbiologica, virologica, parassitologica, chimica oltre che ad indagini di tipo genetico ed altre di tipo più specialistico. Questo lavoro si svolge in sinergia con numerosi altri Enti ed organismi, anche con l’adozione di protocolli condivisi e lo scambio di dati. Con gli stessi Enti sono inoltre attive numerose collaborazioni e progetti Europei.