Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri
Lazio

Peste suina africana in Italia: report sullo stato dell’arte nella Regione Lazio

A cura dell’Osservatorio Epidemiologico dell’IZS Lazio e Toscana pubblichiamo il Report sulla Peste Suina Africana nella Regione Lazio relativo ai campioni di cinghiali selvatici pervenuti all’IZSLT e rispettivo stato delle analisi . La tabella riporta solo gli esiti ottenuti sul CINGHIALE. I dati sono  aggiornati alle ore 24 del 25/07/2022 .

Vai al Report : Report_PSA_

 

Mappa con i prelievi nell’intera Regione Lazio.

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Mappa aggiornata al 25 luglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aspetti normativi e divulgativi della PSA ( articolo dell’IZSLT)

 

Peste suina africana: aggiornamenti. Focus su Lazio e Toscana – Webinar 27 gennaio. Le presentazioni

Titolo: Peste suina africana: aggiornamenti. Focus su Lazio e Toscana
Programma.
Presentazioni dei relatori.

Chi fosse interessato a ricevere la registrazione del webinar  può richiederla tramite email all’indirizzo enrica.sarrecchia@izslt.it

Data: webinar 27 gennaio 2022, ore 09.00

Organizzatore: Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, in collaborazione con Regioni Lazio e Toscana

Destinatari: medici veterinari, biologi e tecnici della prevenzione delle ASL del Lazio e della Toscana,  dell’IZS Lazio e Toscana e liberi professionisti.

L’incontro, nato dall’esigenza di aggiornamento degli operatori del SSN e dei professionisti del settore circa l’andamento dell’infezione da PSA, segnalata in Italia dal 7 gennaio 2022 dopo decenni, è stato seguito da più di 200 persone.

Oltre a rappresentare le caratteristiche della malattia, i relatori si sono soffermati soprattutto sullo stato delle Regioni Lazio e Toscana rispetto alla attuale situazione epidemiologica, che non registra alcun caso, ma che prevede misure e interventi atti a prevenire la comparsa.

 

Sorveglianza sulle modalità di trasmissione di Sars-Cov2 nella Regione Lazio

L’indagine, del tipo studio caso-controllo, è stata effettuata su un campione di persone che si sono sottoposte a test molecolare in tre Drive in del Comune di Roma (Santa Maria della Pietà – ASL ROMA 1; Palmiro Togliatti – ASL ROMA 2; Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana – ASL ROMA 2).

L’obiettivo è stato quello di identificare le principali modalità di trasmissione del virus Sars-Cov2 e monitorarne i cambiamenti nel tempo attraverso l’utilizzo di un questionario sui comportamenti individuali.

Ciò al fine di acquisire informazioni utili per orientare le decisioni future che dovranno essere prese tenendo conto delle caratteristiche della popolazione, dei rischi associati ai comportamenti adottati e delle evidenze di efficaci degli interventi di prevenzione proposti.

Vai al report completo https://www.deplazio.net/it/vai-alla-pagina-delle-news/419-2021-08-07-07-43-12

Salute degli animali marini: il punto della situazione con Buongiorno regione – rai3

Buongiorno Regione ha fatto il punto della situazione sulla salute degli animali marini, in diretta dal nostro Istituto nella puntata del 16/02, insieme a Gubbiotti, presidente del parco di Roma, Lisa Stanzani, presidente dell’Associazione APS Sotto il mare, con Filippo Fratini biologo marino, Cristiano Cocumelli dirigente veterinario IZSLT e Ugo Della Marta Direttore Generale IZSLT.

 

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (IZSLT) è impegnato nella sorveglianza degli spiaggiamenti di cetacei, per monitorare, diagnosticare ed approfondire lo studio delle patologie che possono colpire queste specie.

 

Nel 2020 e nei primi due mesi del 2021, il monitoraggio sugli animali marini spiaggiati ha permesso di osservare una diminuzione delle segnalazioni di spiaggiamento nelle coste laziali, numeri che rientrano ampiamente nei limiti della media attesa.
Si è osservato invece lo spiaggiamento di specie storicamente meno comuni, come ad esempio il grampo (Grampus griseus) e la balenottera comune (Balaenoptera physalus).

Spesso a provocarne la morte sono cause naturali spesso di origine infettiva, come infezioni batteriche (da Photobacterium e Aeromonas) e virali (da Morbillivirus ed Herpesvirus), ma la salute è messa a rischio anche dall’interazione con attività umane legate alla pesca o per l’abbandono in mare di inquinanti (plastiche e rifiuti in primis).

Nel servizio I racconti di buone pratiche e di attività messe in campo da istituzioni e volontari per prendersi cura e proteggere gli abitanti del nostro mare, con importanti raccomandazioni per come intervenire nei casi di ritrovamento a tutela della salute umana.

 

 

Sieroprevalenza e fattori di rischio associati all’esposizione a Leishmania infantum nella popolazione canina della regione Lazio

“Seroprevalence and risk factors associated with exposure to Leishmania infantum in dogs, in an endemic  Mediterranean region”

Pasquale Rombolà , Giulia Barlozzari, Andrea Carvelli, Manuela Scarpulla, Francesca Iacoponi, Gladia Macrì – PLoS ONE – Published January 4, 2021 Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana

La leishmaniosi è una malattia parassitaria zoonotica causata in area mediterranea dal protozoo Leishmania infantum. Quest’ultimo è responsabile della leishmaniosi canina (LCan) e della leishmaniosi viscerale e cutanea nell’uomo. Il parassita si trasmette all’uomo e al cane tramite la puntura di insetti vettori appartenenti al genere Phlebotomus spp., denominati comunemente flebotomi o pappataci. Il cane è principale serbatoio domestico del parassita.

Amastigoti di Leishmania intra ed  extracellulari

 

La regione Lazio è una regione endemica per LCan, ovvero la malattia è costantemente presente nella popolazione canina e l’agente patogeno ha un’ampia circolazione, tuttavia sono carenti dati di sieroprevalenza recenti e su larga scala. Ricercatori dell’IZS Lazio e Toscana hanno pertanto stimato la sieroprevalenza di L. infantum nella popolazione canina della regione Lazio e valutato l’influenza di diversi fattori di rischio individuali, ambientali e spaziali sull’esposizione dei cani al parassita.

 

Nel periodo 2010-2014, 13.292 cani (12.128 da canili, 658 di proprietà e 506 non classificati) sono stati testati per la presenza di IgG anti-L. infantum mediante immunofluorescenza indiretta (IFI), utilizzando come cut-off la diluizione sierica 1/80.

 

La sieroprevalenza, considerando la popolazione canina nella sua totalità, è risultata pari al 6,7%. Considerando invece separatamente i cani provenienti dai canili e quelli di proprietà il risultato è stato rispettivamente 7.3% e 74.3%. Questa differenza così marcata tra le due sottopopolazioni può essere spiegata da una distorsione del dato (c.d. bias) causata da differenze nel motivo di prelievo prevalente nei due gruppi. I cani di canile sono stati prevalentemente testati per accertarne lo stato sanitario al momento dell’ingresso, mentre i cani di proprietà sono stati per lo più testati in seguito a sospetto clinico o per follow-up in corso di terapia risultando quindi più frequentemente sieropositivi.

 

All’analisi statistica univariata (analisi che considera ogni fattore di rischio singolarmente) i fattori associati ad un maggior rischio di sieropositività nei confronti di L. infantum sono risultati essere sesso maschile, taglia grande, razza pura, mantello lungo, vivere con altri cani, vivere in aree con foreste/ambiente seminaturale. Appartenere alla razza Pastore Maremmano-Abruzzese è risultato invece essere un fattore protettivo. Sebbene tutti questi fattori di rischio abbiano una loro plausibilità biologica non sono stati confermati all’analisi multivariata (analisi che considera i fattori di rischio nelle loro reciproche interazioni). Quest’ultima ha invece individuato l’età superiore ai 2 anni, appartenere a razze da caccia ed essere cani di proprietà quali fattori di rischio per l’esposizione a L. infantum.

Il presente studio conferma l’endemia della LCan nella regione Lazio ed individua alcuni fattori di rischio che influenzano l’esposizione a L. infantum nei cani che vivono in una regione mediterranea endemica

I risultati ottenuti possono essere il punto di partenza per mettere in atto piani di sorveglianza basati sul rischio.
La riduzione dell’esposizione al parassita nella popolazione canina è infatti importante al fine di limitarne la diffusione in un’ottica di sanità pubblica e di sanità animale.

 

 

 

 

 

 

 

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