Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

La pubblicazione IZSLT: un’indagine di Genetica Forense svela l’origine dei procioni che hanno colonizzato la valle del Casentino (Arezzo, Toscana)

Le specie aliene invasive rappresentano una grave minaccia per gli ecosistemi naturali. Il procione nordamericano, introdotto in Europa centrale nella prima metà del 1900 per motivi commerciali e successivamente sfuggito alla cattività, rappresenta un caso esemplare di specie invasiva che ha alterato profondamente gli equilibri degli habitat europei. Nonostante le molteplici strategie di eradicazione messe in atto, il procione ha continuato a espandersi in numerosi paesi europei, grazie alle ripetute introduzioni e alla sua straordinaria adattabilità e capacità riproduttiva. Oltre a minacciare la biodiversità, il procione è portatore di numerosi patogeni e agenti zoonotici, (tra cui il nematode Baylisascaris procyonis), rendendolo uno degli invasori più problematici anche per la salute umana.
In Italia, una prima popolazione autosufficiente si è stabilita nel Nord Italia (Lombardia) agli inizi degli anni 2000, mentre una seconda popolazione è stata individuata dieci anni dopo nella valle del Casentino (provincia di Arezzo), in un’area in prossimità del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

Un’indagine genetica condotta dal Laboratorio di Diagnostica Molecolare Forense del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’IZSLT,  ha dimostrato con certezza che i procioni catturati in natura nel Casentino provenivano da uno zoo-parco limitrofo, dal quale erano sfuggiti, riproducendosi e colonizzando una parte dell’Italia centrale. L’analisi del DNA mitocondriale e nucleare ha rivelato una stretta parentela genetica tra i gruppi selvatici e quelli in cattività del Casentino, escludendo altre possibili origini tra i procioni analizzati, provenienti da zoo-parchi italiani ed esteri, nonché dalla popolazione lombarda. I risultati genetici ottenuti in questo studio, confrontati con i dati di letteratura, hanno permesso inoltre di rilevare una nuova linea mitocondriale nel network globale di questa specie.
Questa ricerca rappresenta un progresso significativo nella comprensione dei meccanismi di invasione del procione in Italia e sottolinea l’importanza delle analisi genetiche per per affrontare quesiti diagnostici riguardanti diverse specie, tra cui quelle aliene. Nel caso dei procioni, queste informazioni sono cruciali per prevenire ulteriori rilasci accidentali e per indirizzare gli sforzi di sorveglianza verso le aree e le strutture a maggior rischio. L’obiettivo, tuttavia, non è semplice da perseguire poiché le popolazioni di procioni continuano ad espandersi in molte parti d’Europa.

Gli studi condotti dall’IZSLT in collaborazione con altri Enti Pubblici evidenziano l’importanza di un approccio multidisciplinare per affrontare efficacemente il problema delle specie aliene invasive, pericolose per le altre specie, per l’ambiente e per la salute umana, al fine di mettere in atto misure di prevenzione e controllo efficaci.

Per approfondire

A forensic genetic investigation reveals a captive origin for a wild alien population of raccoons in Italy | Scientific Reports (nature.com)

 

 



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