Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

Lyssavirus Rabbia correlati

Lyssavirus è un virus appartenente alla famiglia dei Rhabdoviridae.

Il virus prototipo del genere Lyssavirus è il virus della Rabbia, al quale è associata la maggior parte dei casi di malattia nell’uomo. La Rabbia classica è generalmente trasmessa dai carnivori domestici e selvatici e gli ultimi casi erano stati segnalati in Italia nella volpe rossa dal 2008 al 2011. L’Italia è ufficialmente indenne dal 2013.

Accanto al virus della Rabbia classica sono poi presenti una serie di virus-correlati, la quasi totalità di questi  è stata isolata in differenti specie di chirotteri, distribuiti nel mondo.

 

Il caso

Le prime indagini di laboratorio effettuate presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana su un gatto domestico del comune di Arezzo, deceduto in seguito a segni clinici riferibili nervosi a rabbia, accertano in prima istanza la presenza di un virus rabbia correlato, confermato dal Centro di Referenza (CRN) per la Rabbia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Ulteriori indagini da parte del CRN identificano un virus ad elevatissima omologia (98,52%) con il West Caucasian Bat Lyssavirus (WCBV), un Lyssavirus identificato e isolato un unica volta nel 2002 in un pipistrello miniottero delle montagne del Caucaso Nord Occidentale.

 

 

 

A seguito dell’episodio, il sindaco del comune di Arezzo emana tre ordinanze sindacali, di cui i punti più rilevanti sono:

– i cani andranno condotti obbligatoriamente al guinzaglio;
– ai proprietari di cani e gatti nonché ai responsabili delle colonie feline viene chiesto di prestare particolare attenzione agli animali e segnalare alle ASL comportamenti (aggressività immotivata, disturbi della deglutizione, paralisi, etc) e mortalità anomali;
– sospensione per due mesi delle catture di animali ai fini di sterilizzazione;
Il WCBV, appartenente al gruppo dei Lyssavirus tipici dei pipistrelli, e’ molto diverso dal punto di vista filogenetico dall’agente eziologico della Rabbia. Ad oggi non è stata confermata la sua capacità di infettare altre specie domestiche o l’uomo. Sulla base dell’esperienza maturata da casi simili in altri Paesi per altri Lyssavirus, la capacità di trasmissione dal serbatoio naturale ad un’altra specie rappresenta un evento estremamente limitato.
L’infezione da WCBV nel gatto domestico rappresenterebbe così la prima evidenza, a livello mondiale, del passaggio del sopracitato virus dal chirottero Miniopterus schreibersii ad un altro mammifero. Tuttavia l’unica segnalazione, finora, di questo virus nel Miniopterus schreibersii, non è di per sé sufficiente a definire questa specie come serbatoio e gli approfondimenti necessari sono pertanto in corso.
In seguito a questo evento si è intensificata la sorveglianza nei confronti dei Lyssavirus sul territorio nazionale.

 

I provvedimenti nazionali

– Istituzione presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministero della Salute di un “gruppo di lavoro per la gestione e controllo dei Lyssavirus”, al quale partecipano il Ministero della Salute, il Centro di Referenza Nazionale per la rabbia, la Regione Toscana, le autorità sanitarie locali, l’IZS Lazio e Toscana, e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
– Piano Nazionale integrato

Sono state altresì emanate dal suddetto Gruppo di lavoro delle indicazioni precauzionali, esplicate nella nota del Ministero della Salute del 3 luglio 2020, che comprendevano:
– Definizione di “caso sospetto per tutte le specie di mammiferi domestici”
– Definizione di “caso sospetto per tutte le specie di mammiferi selvatici con esclusione dei chirotteri”
– Definizione di “caso sospetto nei chirotteri”
– Indicazioni per i veterinari liberi professionisti
– Indicazioni per i Centri di Recupero della Fauna Selvatica (CRAS)
– Indicazioni per il personale che si occupa di chirotteri su tutto il territorio nazionale
– Indicazioni per gli Istituti zooprofilattici sperimentale (II.ZZ.SS)
– Vaccinazione anti-rabbica umana

Modalità di raccolta,confezionamento e consegna di campioni sospetti

Al rinvenimento di un animale sospetto di rabbia deve essere avvisata l’ASL di competenza. Tutte le persone che vengono a contatto con animali sospetti di rabbia, sia in vita che morti, devono adottare delle misure di protezione idonee ed i prelievi per la diagnosi devono essere effettuati da personale autorizzato.
Il confezionamento dei campioni da inviare all’IZS di competenza deve essere effettuato in condizioni di sicurezza come previsto dalla normativa vigente per il trasporto di materiale infettivo. Per questi campioni, la confezione deve essere costituita da 3 imballi:

1- Recipiente (imballo) primario (contenente il campione) a tenuta: deve essere di materiale impermeabile, a tenuta stagna, con chiusura ermetica, etichettato ed avvolto in materiale assorbente non particolato, quale carta bibula o cotone idrofilo, presente in quantità sufficiente ad assorbire tutto il liquido fuoriuscito in caso di rottura del recipiente.
2- Recipiente (imballo) secondario: è un contenitore di materiale resistente, impermeabile, a tenuta stagna, adatto a contenere e proteggere il recipiente primario. Esso può contenere anche più recipienti primari purché adeguatamente collocati e singolarmente avvolti in materiale assorbente.
3- Recipiente (imballo) esterno: è il contenitore più esterno in cui collocare il recipiente secondario per evitare danneggiamenti causati da fattori esterni quali agenti fisici o acqua. II contenitore esterno può essere di cartone rigido, plastica, legno o altri materiali resistenti ad urti ed intemperie. La catena del freddo deve essere mantenuta al meglio, come ad esempio ponendo dei siberini tra il recipiente secondario e quello esterno.

Le carcasse e i campioni per la diagnosi della rabbia devono essere consegnati all’IZS di competenza nei minimi tempi possibili.

Le carcasse di chirottero e di animali sospetti per rabbia devono pervenire con:

– documentazione adeguatamente compilata e riportata esternamente al pacco, in modo tale da poter essere consultata senza l’apertura della confezione, che comprende:
o il modulo di accompagnamento “INVIO CAMPIONI CHIROTTERI PER LA DIAGNOSI DI LYSSAVIRUS” per l’invio dei chirotteri;
o il modulo di accompagnamento “ INVIO CAMPIONI NON CHIROTTERI PER LA DIAGNOSI DI LYSSAVIRUS  per l’invio della carcassa di animali sospetti per la diagnosi di rabbia.

La documentazione deve riportare le seguenti informazioni:
– segnalamento dell’animale (specie, sesso, età)
– data e luogo del ritrovamento
– causa della morte
– circostanze del ritrovamento
– eventuale sintomatologia evidente
– eventuale esposizione umana o di animali domestici. In caso di esposizione è indispensabile fornire i dati e i contatti relativi alla persona esposta

 


Per l’invio dei campioni (consegna del materiale da esaminare):

Modulistica Lyssavirus Rabbia correlati:

Link utili:

Centro di referenza nazionale per la Rabbia
-Lyssavirus rabbia-correlati: Linee guida per il personale a contatto frequente con i chirotteri



Le News dell’Istituto sull’argomento “Lyssavirus”

 

 

Contatti:

U.O.C. Virologia

Maria Teresa Scicluna: 06/ 79099449

teresa.scicluna@izslt.it

 

 

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