La Rabbia
Cos’è
La rabbia è una malattia infettiva sostenuta da un virus, è una zoonosi, si trasmette all’uomo attraverso il contatto con la saliva di animali infetti. Il virus può infettare tutti i mammiferi, colpendone il sistema nervoso centrale.
La causa
Si tratta di un virus appartenente alla famiglia dei Rhabdoviridae, genere Lyssavirus
La trasmissione
La trasmissione del virus avviene a seguito di contatto con la saliva di animali infetti sia domestici che selvatici, quindi tramite morsi, ferite, graffi, lambitura di cute non integra e di mucose. Si distinguono due cicli epidemiologici della rabbia:
-urbano che risulta maggiormente presente nelle aree africane, in Asia e Sud America dove il cane rappresenta il principale fonte di infezione,
-silvestre che è la forma epidemiologica più diffusa in Europa ed è legata per circa l’80% alle volpi rosse (Vulpes vulpes) rappresentando in questo caso il principale serbatoio, ma può essere trasmessa anche da altri animali selvatici quali lupi, faine, donnole, tassi, martore, donnole e anche pipistrelli.
Patogenesi e sintomatologia
Il periodo d’incubazione, in cui non ci sono sintomi negli animali infetti, può variare da alcuni giorni fino ad anni con una media che va da 3 a 8 settimane. Una prima replicazione del virus avviene a livello muscolare, raggiungendo in un secondo momento i nervi periferici e da qui il sistema nervoso centrale; segue la comparsa dei sintomi clinici e successivamente la distribuzione del virus nei tessuti attraverso i nervi periferici. Prima della manifestazione clinica, il virus può essere presente, fino a 15 giorni prima dalla comparsa dei sintomi, nella saliva dell’animale infetto.
La rabbia provoca una sintomatologia neurologica. L’esito è fatale a causa di una paralisi respiratoria.
All’inizio della rabbia, i segni clinici sono piuttosto aspecifici, ai quali possono seguire due tipologie di forme:
La forma furiosa, la più frequente, i cui sintomi più evidenti sono caratterizzati da:
disturbi psicomotori, ipereccitabilità, iperattività e aggressività, scialorrea
La forma paralitica: sono assenti le manifestazioni di aggressività, compare invece una progressiva paralisi
Per la rabbia non esiste una cura.
Come si previene
La vaccinazione antirabbica è il metodo più efficace per prevenire la malattia. A seconda della situazione epidemiologica del territorio la vaccinazione negli animali può essere soggetta o meno ad obbligatorietà.
La vaccinazione orale viene utilizzata tramite la distribuzione di esche apposite allo scopo di diminuire la diffusione della rabbia silvestre nella popolazione serbatoio, rappresentata in Europa dalla volpe rossa.
Dove è diffusa
Il virus della rabbia è presente in tutti i continenti con eccezione dell’Antartide. In alcuni Paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Meridionale la presenza della rabbia nei cani costituisce un grave rischio per la salute umana. I pipistrelli insettivori hanno un ruolo rilevante come fonte di infezione per l’uomo nel continente americano. Per quanto riguarda il continente europeo circa il 70% di casi sono stati rilevati in animali selvatici e la volpe rossa (Vulpes vulpes) rimane ancora il serbatoio principale della malattia.
l’Italia è attualmente indenne dalla rabbia; e’ quindi fondamentale il rispetto delle norme che regolano la circolazione degli animali da uno stato all’altro, garantendo tramite la vaccinazione la movimentazione di animali protetti
Leggi sul sito dell’IZSVe i dettagli del quadro epidemiologico aggiornato.
Il ruolo dell’IZS Lazio e Toscana
Titolazione anticorpale a seguito vaccinazione
L’Istituto è uno dei tre laboratori in Italia autorizzati all’esecuzione del test per la titolazione anticorpale a seguito vaccinazione nei confronti del Virus della Rabbia. L’elenco dei laboratori autorizzati, che viene costantemente aggiornato, è consultabile anche sul sito dell’Unione europea
Per tutte le info vai alla pagina dedicata
Diagnostica
La diagnosi è possibile solo quando l’animale muore ed è generalmente esguita su parti specifici del cervello dove il virus si trova a maggior concentrazioni.
I test eseguiti sono:
l’immunofluorescenza diretta (FAT)
il rilevamento dell’acido nucleico mediante PCR
l’isolamento del virus in coltura cellulare
Link utili
Centro di referenza nazionale e Centro di referenza FAO per la rabbia
Istituto Superiore di Sanità
Ministero della Salute
World health Organization