SARS-CoV-2
Dall’inizio della pandemia da SARS-CoV-2, marzo 2020, l’IZS Lazio e Toscana come ente sanitario collabora con la Regione Lazio nelle attività per il controllo e contenimento dell’infezione.
L’impegno è iniziato con la diagnosi di laboratorio e da agosto siamo diventati “Drive In” per l’esecuzione di tamponi ai cittadini, in collaborazione con i medici e gli infermieri USCAR.
La mission dell’Istituto, concentrata sulla sanità degli animali e la sicurezza alimentare, si è ampliata con una nuova area di attività. Un processo che costituisce l’applicazione del concetto “one health”, che vede un’unica salute, nell’essere umano, negli animali e nell’ambiente.
L’ascolto del cliente assume ancora più importanza, sapere come vengono percepiti il servizio e l’organizzazione ci permette di migliorare continuamente.
Riceviamo e pubblichiamo un commento di un cittadino in una sua mail del 12 gennaio:

L’IZSLT predispone attività di diagnostica mirata per la gestione degli animali da compagnia sospetti di infezione da SARS-CoV-2
Al fine di fornire supporto ai Servizi Veterinari Regionali nella applicazione delle Linee Guida del Ministero della Salute (2020-04-17-ministero-salute-nota-9224) per la gestione degli animali da compagnia sospetti di infezione da SARS-CoV-2, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ha predisposto un canale di attività diagnostica dedicata ed un protocollo operativo per il prelievo e l’invio di campioni biologici da sottoporre ad analisi.
Saranno accettati solo i campioni provenienti da animali aderenti alla definizione Animale da compagnia sospetto infezione SARS-CoV-2.
Il set di campioni idonei all’esecuzione degli esami è costituito da:
- carcasse di animali da compagnia
- tamponi nasofaringei
- tamponi orofaringei
- tamponi rettali o in alternativa feci
- da campioni di sangue con e senza anticoagulante.
Segui per procedure di sicurezza
L’ OIE, Organizzazione Mondiale per la Salute Animale, ha istituito un “sistema di gestione degli incidenti” (Incident Management System) per coordinare la sua risposta al COVID-19 internamente e con partner chiave esterni, come l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Le attività sono riportate in un portale dedicato, il “COVID-19 Portal”, articolato in queste aree: domande e risposte, eventi negli animali, gruppi di esperti, risorse documentali.
Nella sezione “eventi negli animali” è pubblicata una mappa con le indagini effettuate negli animali nel mondo (aggiornamento 26.11.20)

In tabella ulteriori informazioni sui casi
Gli specialisti dell’EFSA in materia di salute animale hanno contribuito a una valutazione rapida dei rischi per la salute umana derivanti dalle nuove varianti della SARS-CoV-2 nel visone.
La valutazione contiene una serie di raccomandazioni volte a proteggere la salute pubblica.
Nikolaus Kriz, resposabile dell’unità EFSA di “Salute animale e vegetale”, ha dichiarato: “Mentre il rischio di diffusione transfrontaliera di queste varianti della SARS-CoV-2 tramite gli animali e i loro prodotti è molto basso, è importante che le persone evitino il contatto ravvicinato con i visoni allevati. Sono dunque necessarie misure supplementari di sorveglianza per limitare un’ulteriore diffusione”.
La valutazione è stata effettuata dopo che la Danimarca aveva segnalato 214 casi di persone infettate dalle varianti della SARS-CoV-2 in alcuni visoni.
Dall’aprile 2020, quando nei Paesi Bassi è stata segnalata la prima infezione da SARS-CoV-2 in un visone e successivamente in un allevatore di visoni, è stato stabilito che può verificarsi la trasmissione da uomo a visone e da visone a uomo.
Da allora, sono state segnalate infezioni nei visoni in Danimarca, Italia, Spagna, Svezia e Stati Uniti. 
Il 5 novembre 2020, la Danimarca ha segnalato 214 casi umani di COVID-19 infettati con varianti del virus SARS-CoV-2 correlati al visone, nonché soggetti infetti in oltre 200 allevamenti di visoni.
La maggior parte dei casi umani e animali segnalati da giugno 2020 si sono verificati nella regione dello Jutland settentrionale.
Le varianti SARS-CoV-2 rilevate in questi casi facevano parte di almeno cinque cluster strettamente correlati; ogni cluster è stato caratterizzato da una specifica variante correlata al visone, identificata nell’uomo e negli animali di allevamenti di visoni infetti.
La Danimarca ha implementato solide misure di risposta per controllare i focolai nei visoni e ridurre la dispersione tra il bacino umano e quello animale.
Fonte: Segreteria Nazionale S.I.Ve.M.P.
Si registrano persone contagiate da COVID -19 fra gli operatori di uno dei più grandi stabilimenti per la lavorazione delle carni d’Europa, a Guetersloh, nel Land tedesco del Nord Reno-Vestfalia in Germania e anche negli Stati Uniti (es. Sud Dakota) il fenomeno sta preoccupando le autorità sanitarie, allarmate anche per le segnalazioni provenienti da altri Paesi.
“È bene ricordare – scrive il Dott. A. Grasselli segretario del Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica – in primo luogo che i focolai che stanno interessando i macelli in Europa e nel mondo, in particolare negli Usa e Brasile, non dipendono dagli animali o dalle carni che vi vengono lavorate”.
Tra i fattori di rischio:
- l’elevata umidità e il maggior tenore di vapore tipici degli ambienti di macellazione o sezionamento possono aver aumentato la diffusione del virus da un soggetto asintomatico o pauci sintomatico mediante “droplet” ad altri lavoratori che non hanno potuto proteggersi adeguatamente con i DPI (dispositivi di protezione individuale) che la legge italiana Dlgs n. 81/2008 prescrive;
- l’escursione termica cui sono sottoposti i lavoratori che entrano ed escono dalle celle frigorifere, specialmente quelle di congelamento, che ha un impatto rilevante sulle vie respiratorie;
Nei macelli e negli stabilimenti di sezionamento e lavorazione delle carni in Italia, la gestione delle operazioni è ispezionata e certificata da Veterinari Ufficiali del Servizio Sanitario Nazionale che sono costantemente presenti lungo tutti i passaggi della filiera.