cinghiali
A cura dell’Osservatorio Epidemiologico dell’IZS Lazio e Toscana pubblichiamo il Report sulla Peste Suina Africana nella Regione Lazio relativo ai campioni di cinghiali selvatici pervenuti all’IZSLT e rispettivo stato delle analisi . La tabella riporta solo gli esiti ottenuti sul CINGHIALE. I dati sono aggiornati alle ore 24 del 25/07/2022 .
Vai al Report : Report_PSA_
Mappa con i prelievi nell’intera Regione Lazio.
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Mappa aggiornata al 25 luglio
Aspetti normativi e divulgativi della PSA ( articolo dell’IZSLT)
I laboratori della sezione di Arezzo dell’IZS Lazio e Toscana hanno riscontrato larve di Trichinella britovi (come da conferma del Laboratorio nazionale di Riferimento presso l’Istituto Superiore di Sanità) nel muscolo tibiale anteriore di una lupa trovata morta nel comune di Subbiano, probabilmente a seguito di trauma stradale.
Nelle regioni Toscana e Lazio vi sono state altre segnalazioni del parassita negli scorsi anni:
- marzo 2013: riscontro di larve Trichinella in una volpe ancora in provincia di Arezzo
- gennaio 2013: ventisei persone, tra cacciatori e loro familiari, sono state colpite da trichinellosi nell’Alta Val del Serchio a seguito dell’ ingestione di salsicce di cinghiale crude contaminate;
- Nella stagione venatoria 2019-2020 la sezione di Latina dell’IZS Lazio e Toscana ha identificato larve di Trichinella nelle carni di cinghiali abbattuti a caccia, poi identificate come appartenenti alla specie Trichinella britovi.
La trichinellosi
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Larve Trinella nel muscolo
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Larve Trichinella nel muscolo
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Larva di Trichinella (foto di Tiziana Zottola)
La trichinellosi è una grave zoonosi (malattie trasmissibili dagli animali all’uomo) causata da vermi cilindrici (nematodi) appartenenti al genere Trichinella, un parassita che inizialmente si localizza a livello intestinale per poi dare origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli, dove poi si incistano.
Il parassita è in grado di infestare i mammiferi, gli uccelli e i rettili, soprattutto i carnivori e gli onnivori (maiale, volpe, cinghiale, cane, gatto, uomo).
Modalità di trasmissione
La trasmissione all’uomo avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita.
In Italia, il veicolo di trasmissione è la carne suina (maiale o cinghiale), equina e più raramente di carnivori selvatici (volpe). L’infestazione non si trasmette da persona a persona.
Il periodo di incubazione è generalmente di circa 8-15 giorni, ma può variare da 5 a 45 giorni a seconda del numero di parassiti ingeriti.
Sintomi
Nell’uomo il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi, con alcuni decessi. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea (che è presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.
Prevenzione
La prevenzione si base su misure igienico-sanitarie:
- consumere la carne ben cotta, in modo che le eventuali larve presenti vengano inattivate o distrutte dal calore (è sufficiente 1 minuto a 65°C). Il colore della carne deve virare dal rosa al bruno;
- la selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario per determinare l’eventuale presenza delle larve del parassita nelle carn;
- se non è noto se la carne è stata sottoposta a esame trichinoscopico, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve
- nel caso si allevino maiali, impedire che mangino la carne cruda di animali, anche ratti, che potrebbero essere stati infestati dal parassita
- quando si macella la propria carne in casa, pulire bene gli strumenti;
- salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l’uccisione del parassita.
La normativa europea
Regolamento di esecuzione (UE) 2015/1375 che definisce norme specifiche applicabili ai controlli ufficiali relativi alla presenza di Trichinella nelle carni.
Nel Bollettino OIE n. 64 viene riportata la situazione della Peste suina africana nel mondo nel periodo 5-18 febbraio 2021.
I focolai
In questo periodo sono stati notificati all’OIE 1250 nuovi focolai di Peste suina africana (PSA) nei maiali e nei cinghiali.
Il totale dei focolai “in corso” in tutto il mondo è ora di 8551 (di cui 4441 in Romania, 1336 in Vietnam, 1013 in Corea e 1008 in Indonesia)
Impatto della malattia
Nel grafico sono riportate le “perdite” (soggetti morti + soggetti abbattuti), con una prevalenza nel continente asiatico.
Peste suina africana in Europa: Peste Suina Africana – Mappe della situazione attuale – Resolve (resolveveneto.it)
L’EFSA ha avviato un’importante campagna di sensibilizzazione per contribuire ad arrestare la diffusione della peste suina africana nell’Europa sudorientale.
La campagna è rivolta ai Paesi individuati dall’EFSA nel 2019 collettivamente indicati come “area di preoccupazione” per la loro vicinanza a quelli in cui è presente la malattia, ovvero: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia e Slovenia.
L’iniziativa intende affiancare le misure in atto presso la Commissione europea e altre organizzazioni internazionali per eradicare la malattia dall’Europa.
La campagna mira ad accrescere la conoscenza e la comprensione della PSA in tutti i nove Paesi indicati.
Individuazione, prevenzione e segnalazione, sono le tre parole chiave della campagna.
L’iniziativa si articolerà in schede informative, infografiche, post sui social media da poter riutilizzare e tanto altro materiale. Per saperne di più: www.efsa.europa.eu/StopASF
Nel Bollettino OIE n. 52 viene riportata la situazione della Peste suina africana nel mondo nel periodo 21 agosto – 3 settembre 2020.
I focolai
In questo periodo sono stati notificati all’ OIE 160 nuovi focolai di Peste suina africana (PSA) nei maiali e nei cinghiali.
Il totale dei focolai “in corso” in tutto il mondo è ora di 7.191 (di cui 3733 in Romania). Nel rapporto precedente, 274 erano stati notificati come nuovi, mentre i focolai in corso erano 7.130.
Impatto della malattia
Nel grafico sono riportate le “perdite” (soggetti morti + soggetti abbattuti), con una prevalenza del continente europeo, con questa distribuzione: 1487 animali in Romania, 62 Ucraina, 2 Russia.