Miele, l’operoso mondo delle api e l’impegno dello zooprofilattico Lazio e Toscana
L’ Unità Operativa di Apicoltura dell’Istituto effettua le analisi di verifica della qualità del miele.
Dal 2010 ad oggi ha analizzato 504 campioni di miele con esami effettuati sui prodotti dell’alveare, miele e pappa reale, melissopalinologici sul polline (con identificazione dell’origine botanica del polline e del miele) e morfometriche sulle api.
Il miele è il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante che le api bottinano, trasformano e combinano con sostanze proprie, immagazzinandole e lasciandole maturare nell’alveare”.
Le api ci donano miele “millefiori” o “monoflora”, quest’ultimo proveniente per la maggior parte dal nettare di un unico tipo di fiore.
Un buon miele deve essere prodotto in un territorio non inquinato e ricco di piante appetite dalle api. Deve essere un prodotto genuino e privo di residui di sostanze inquinanti (come ad esempio metalli pesanti, radionuclidi, antibiotici, pesticidi e acaricidi).
La normativa prevede che così come le api lo producono, deve pervenire sulla tavola, senza alcuna aggiunta di altro ingrediente ed avere delle precise caratteristiche organolettiche, microscopiche, fisiche e chimiche.
Rispetto a queste metodiche analitiche è stata riportata da Quotidiano Sanità una ricerca per cui in Europa il 19% dei campioni controllati sia risultato non conforme, mentre l’Italia registra una percentuale di irregolarità inferiore.
I controlli sono serrati, i prodotti destinati alle nostre tavole devono essere garantiti e salubri.