Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

La Pubblicazione: Toxoplasma gondii negli ovini: prevalenza sierologica al mattatoio in Italia e fattori di rischio ambientale

La toxoplasmosi è un zoonosi causata da Toxoplasma gondii (T. gondii) un parassita che può infettare una grande varietà di vertebrati terrestri e marini (mammiferi, uccelli, rettili, molluschi…). I felini, tra cui il gatto domestico, sono tuttavia i soli ospiti definitivi ed eliminano nell’ambiente delle resistentissime oocisti contenenti il parassita; quando altri animali appartenenti alle citate specie suscettibili le ingeriscono diventano ospiti intermedi; T. gondii si distribuisce quindi nei tessuti di elezione (tra cui quello nervoso e muscolare) andando a formare delle cisti in cui è contenuta un’altra forma infettante del parassita (i bradizoiti) .

La trasmissione all’uomo, come anche per gli altri ospiti intermedi, può verificarsi attraverso il consumo di carni non adeguatamente cotte proveniente da animali infetti, o tramite l’ingestione accidentale di oocisti mediante il contatto con le feci di gatti escretori, vegetali o acqua contaminata.

Tra le specie animali sensibili, le pecore mostrano una notevole suscettibilità nei confronti di T. gondii; anche in questa indagine, la sieropositività per T. gondii degli ovini si conferma infatti in linea con la maggior parte degli studi condotti negli ultimi 20 anni in Italia che riportano percentuali comprese tra il 40 e il 65%. Il trend relativo ad altre specie domestiche particolarmente sensibili come il maiale, rileva una  sieroprevalenza in diminuzione nella maggior parte del mondo.

Diffusione

La diffusione ancora così rilevante tra gli ovini è legata infatti al fatto che l’allevamento di questa specie rimane prevalentemente estensivo: pascolando frequentemente all’aperto possono essere maggiormente esposti alle oocisti diffuse nell’ambiente dai felidi, contesto che rende inoltre più difficile l’ applicazione delle norme di biosicurezza

Come dimostrato da numerose indagini condotte la sieroprevalenza di Toxoplasma gondii negli ovini può variare significativamente su base geografica anche a cause di alcuni fattori  che sembrano condizionare la diffusione del parassita nell’ambiente. In questo lavoro,  sono stati raccolti 405 campioni di siero da pecore allevate in 91 diversi allevamenti presenti nelle regioni del Centro-Sud Italia, proprio con il fine di indagare le componenti ambientali e climatiche che influenzano la sopravvivenza di T. gondii nell’ambiente e il conseguente rischio di esposizione per gli animali al pascolo. Il campionamento è stato effettuato in due macelli situati rispettivamente nel Lazio ed in Campania. La media della sieroprevalenza dell’infezione negli animali esaminati è stata del 53.8%, sebbene gli animali giovani avessero una probabilità inferiore di presentare anticorpi contro T. gondii .

Risultati dell’indagine

L’analisi statistica applicata a variabili spaziali ottenute mediante GIS (sistema informativo geografico) ha tenuto in considerazione diverse informazioni associate non solo all’allevamento, ma anche all’ambiente ad esso circostante (es. presenza di sorgenti d’acqua, tipologia di suolo, ecc..) e relative condizioni climatiche (grado di precipitazione, temperature, ecc…).

Un modello predittivo ha permesso di stimare il peso relativo delle variabili risultate più importanti in relazione alla sieropositività degli animali ovvero il numero dei capi in allevamento, l’età e zona di macellazione e la densità stimata dei gatti domestici nella zona di allevamento. Alcune variabili bioclimatiche sono risultate essere correlate ad un maggiore tasso di positività: in particolare le pecore allevate in aree in cui sono stati registrati valori più bassi dell’intervallo di temperatura diurno o annuale e/o maggiori precipitazioni avevano una maggiore probabilità di essere sieropositive.

Conclusioni

In conclusione, questo lavoro va a confermare la significativa diffusione della toxoplasmosi nella popolazione ovina. Inoltre, facendo riferimento all’interpretazione dei dati sierologici ottenuti, è possibile  ipotizzare che determinate variabili ambientali e climatiche, possono rappresentare potenziali fattori di rischio nella diffusione della parassitosi. Tali risultati consentono così di fornire quegli elementi per intraprendere misure di salute pubblica, come piani di controllo basati sul rischio, fornendo un contribuito all’ approccio “One Health”, in vista delle prospettive ambientali e climatiche.

Per il dettaglio

Front. Vet. Sci., 23 March 2023

Sec. Veterinary Epidemiology and Economics
Volume 10 – 2023 | https://doi.org/10.3389/fvets.2023.1057277

Fonte:



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