Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

Influenza aviaria e mammiferi: aggiornamenti

Il virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) è ancora diffuso in Europa tra gli uccelli marini (alcune specie di gabbiani) e sta causando un’elevata mortalità in questa popolazione. Tuttavia, la situazione nel pollame risulta migliorata rispetto al passato. Attualmente, si stanno conducendo indagini epidemiologiche su un focolaio di influenza aviaria che ha colpito i gatti in Polonia.
È stato riscontrato che la maggior parte dei mammiferi selvatici colpiti dal virus dell’Influenza aviaria HPAI sono carnivori che si nutrono di uccelli selvatici anche se nel caso sopracitato della Polonia, che ha visto coinvolti un numero di 24 gatti domestici ed un caracal tenuto in cattività, la fonte di infezione non è ancora stata definitivamente stabilita.  In ogni caso, finora non ci sono evidenze di trasmissione del virus da gatto a gatto ne’ tantomeno da gatto alle persone.
Nonostante questi eventi, in base all’ultimo rapporto sull’Influenza aviaria dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e del laboratorio di riferimento dell’UE (EURL), il rischio per la popolazione umana rimane in ogni caso basso per la popolazione in generale e da basso a moderato per il personale esposto.
Accertata inoltre recentemente con la ricerca di anticorpi specifici, l’infezione, comunque senza segni clinici, di cinque cani e un gatto, presenti in un allevamento rurale di polli, in provincia di Brescia sede di un focolaio di influenza aviaria. Le analisi genetiche del virus rinvenuto nei volatili deceduti nel focolaio effettuate dal Centro di referenza nazionale ed europeo (CRN) per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) hanno rilevato essere un virus HPAI H5N1 che presenta anche una mutazione considerata un marker di adattamento dei virus ai mammiferi, in grado di esprimere un potenziale zoonotico.
In relazione all’evento segnalato in Italia,  è stato riunito il ‘gruppo di esperti’ come da protocollo del ‘Piano strategico–operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu 2021 – 2023) al fine di mettere in atto tutte le procedure previste per l’attuazione di un sistema di allerta rapida per le epidemie influenzali,  anche a carattere pandemico. Emersa inoltre   l’importanza di richiamare le Regioni/PPAA  in merito all’applicazione delle misure previste dalla Circolare e dal Dispositivo Dirigenziale Influenza aviaria ad alta patogenicità, con particolare enfasi alla verifica della presenza delle misure di biosicurezza negli allevamenti aviari.
Anche l’EFSA raccomanda di rafforzare la sorveglianza dei virus HPAI negli animali carnivori selvatici o domestici liberi nelle aree ad alto rischio di Influenza Aviaria e di evitare contatti tra  animali domestici carnivori ad animali morti o malati (mammiferi e uccelli) di influenza aviaria.
Fonti:
Ministero Salute: Nota aviaria DGSAF definitiva 04 07-signed



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