Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

L’8 marzo NON È “LA FESTA DELLA DONNA”, forse vale la pena fare una riflessione: l’8 marzo è la GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA.

É una ricorrenza che ci ricorda di contrastare le disparità di opportunità per le donne, che richiama al nostro impegno a rintracciare e combatterle ogni giorno, nella vita privata come nella vita pubblica, nei luoghi di lavoro, solo così il processo di cambiamento porterà a un cambiamento culturale: dai salari più bassi agli sbarramenti alle posizioni di potere, dal sessismo diffuso attraverso stereotipi nell’attribuzione di ruoli in tutti gli ambiti, sociale, privato e politico

L’art. 3 e l’art. 37 della Costituzione Italiana così recita:

“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione

I fenomeni di segregazione occupazionale verticale e orizzontale (disparità di trattamento e posizioni ancillari o vicarie rispetto alla dirigenza), di femminilizzazione della povertà (dipendenza economica e disparità di trattamento economico), di rivittimizzazione della donna (post-crime victimization, il considerare la donna correa di quanto subito) nei casi di discriminazione diretta o indiretta sono le declinazioni della violenza strutturale che connota ancora la nostra società e sulla quale è necessario intervenire. Molti passi sono stati compiuti perchè la parità non sia solo formale, de jure, ma si affermi in modo concreto e stabile. Alcuni paesi hanno intrapreso misure di “discriminazione positiva” o azioni positive focalizzate su questi temi perché l’uguaglianza sia raggiunta de facto.

Per citare un esempio riuscito, le politiche di inclusione, non discriminazione e parità di trattamento sono state affrontate dal governo spagnolo, con la nuova Ley n. 15/2022 del 12 luglio 2022. Il provvedimento mira a migliorare l’attuazione delle prescrizioni dettate dall’Unione Europea con le storiche direttive 2000/43/CE, 2000/78/CE e 2006/54/CE e ingloba in un solo atto normativo l’intera disciplina antidiscriminatoria. Il modello spagnolo dimostra che l’interazione tra società civile e istituzioni è non solo possibile ma auspicabile e urgente.



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