Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

Efsa. Il virus dell’influenza aviaria si diffonde rapidamente in Europa

Il rischio che l’influenza aviaria si sposti a Paesi europei precedentemente non interessati da focolai è alto, afferma l’EFSA in un suo aggiornamento scientifico (Overview of avian influenza in the EU/EEA and UK: update),  ove si evidenzia come il virus si stia diffondendo rapidamente in tutto il continente.

Abstract (traduzione dall’originale in inglese) 

Dal 16 ottobre 2020 sono stati segnalati focolai di virus di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) in diversi paesi dell’UE/ EE, quali Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito.

 

A partire dal 19 novembre, alle 12:00, sono stati segnalati 302 episodi HPAI A (H5), per  la maggior parte riferiti a uccelli selvatici (n = 281) e pochi relativi a focolai nel pollame (n = 18) e a volatili in cattività (n = 3).

La maggior parte dei riscontri negli uccelli selvatici si sono registrati negli uccelli acquatici selvatici;  la specie più colpita è risultata l’oca faccia bianca (n = 110), seguita dall’oca selvatica (n = 47), il fischione eurasiatico (n = 32), il germano reale (n = 14) e la poiana comune (n = 13).

 

Nei virus HPAI sono stati identificati questi sottotipi: A (H5N8), A (H5N5) e A (H5N1, con A (H5N8) il più segnalato (n = 284).
L’analisi filogenetica ha indicato che i virus si sono evoluti da un singolo virus progenitore che ha subito più eventi di riassortimento.

 

La migrazione autunnale di uccelli selvatici acquatici nelle loro aree di svernamento in Europa, causa il rischio continuo di un’ulteriore introduzione di HPAI Virus A (H5) in questo continente.
Inoltre, i movimenti previsti sia di uccelli migratori, sia di uccelli selvatici stanziali in Europa durante l’inverno, provocano un alto rischio di ulteriore diffusione dei virus HPAI A (H5) in Europa.

 

Nei virus non sono stati identificati marcatori genetici che indichino l’adattamento ai mammiferi e finora non è stato segnalato nessun episodio di infezione umana dovuta a virus dell’influenza aviaria rilevato nei recenti focolai.

 

Per questo motivo, il rischio per la popolazione generale rimane molto basso.
In ogni caso, seguendo il principio di precauzione, le persone dovrebbero evitare di toccare uccelli malati o morti per minimizzare qualsiasi rischio potenziale.

I competenti enti nazionali sono esortati a continuare a esercitare opportuna sorveglianza sugli uccelli selvatici e sul pollame, e a mettere in atto misure di controllo per prevenire il contatto dell’uomo con uccelli infetti o morti.
Si consiglia inoltre agli Stati membri di applicare nelle zone ad alto rischio le misure di attenuazione del rischio e di incremento della biosicurezza prescritte dalla Decisione di esecuzione (UE) 2018/1136 della Commissione.

 

La condivisione di sequenze complete del genoma virale è fondamentale affinché le autorità possano individuare prontamente l’emergere di nuovi virus o di mutazioni genetiche con proprietà di rilievo per la salute animale e pubblica.

 

Per approfondire:

Influenza aviaria: situazione epidemiologica in Italia – HPAI  (fonte IZS Venezie).

Caratterizzazione genetica e analisi spaziale dei virus HPAI H5Nx identificati in Europa tra il 16 ottobre e il 24 novembre 2020 (fonte IZS Venezie).



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