tursiope
Sabaudia – recuperato il delfino spiaggiato sul litorale dell’Oasi di Kufra.
E’ un tursiope, (Tursiops truncatus) femmina, adulta della lunghezza di 305 cm e del peso stimato di 2 quintali, in ottimo stato di conservazione, verosimilmente morto poche ore prima.
La rete degli Enti responsabili della gestione degli spiaggiamenti si è subito messa in moto. Carabinieri e personale del Parco Nazionale del Circeo e dell’Ufficio Biodiversità di Fogliano hanno attivamente collaborato con il personale dell’IZSLT alle operazioni di recupero della carcassa.
Il recupero é stato particolarmente impegnativo per la distanza fra il luogo di spiaggiamento e l’accesso al mezzo utilizzato per il trasporto e per la mole dell’animale.
Sull’animale verranno eseguite indagini necroscopiche dai veterinari specializzati dello Zooprofilattico Lazio e Toscana per stabilire le cause di morte.
La segnalazione, come di consueto, si é diramata nella rete di contatti degli Enti responsabili della gestione di eventi di spiaggiamento, coinvolgendo nello specifico la Dott.ssa Buglione del servizio Veterinario della ASL di Latina, l’Ufficio Tutela e Valorizzazione del Mare e delle Coste della Regione Lazio e il Dott. Cristiano Cocumelli dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana (IZSLT).
L’Istituto è impegnato nella sorveglianza degli spiaggiamenti di cetacei, con lo scopo di monitorare il fenomeno, diagnosticare e approfondire lo studio delle patologie che possono colpire queste specie.
Un obiettivo che si realizza nella collaborazione delle diverse figure istituzionali che operano sul territorio, come nell’esempio di ieri.
Nella sezione Sanità e Benessere animale – Fauna selvatica, pubblichiamo gli aggiornamenti su episodi di mortalità di Cetacei a beneficio della corretta informazione per la stampa e i cittadini.
martedì 20 agosto – Nota IZSLT
Durante le operazioni di smaltimento della carcassa del delfino (Tursiops truncatus) incagliato tra i frangiflutti alcuni giorni prima, nella tarda mattinata del 19/8 è pervenuta la segnalazione di un nuovo avvistamento in mare, a circa 4 miglia dalla costa antistante il confine fra Ostia e Fiumicino; si tratta di un altro tursiope, maschio adulto, lungo 217 cm e del peso di 130 kg. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, di concerto con la capitaneria di porto di Ostia e di Fiumicino, ha provveduto al ritiro della carcassa.
L’ottimo stato di conservazione dell’esemplare recuperato fa pensare che il decesso sia avvenuto da poche ore e a poca distanza dal luogo di ritrovamento.
Presso la Direzione Operativa Diagnostica Generale dell’IZS dell’Istituto Zooprofilattico è stato eseguito in data odierna l’esame anatomopatologico del soggetto, a seguito del quale sono state riscontrate lesioni prevalentemente a carico dell’apparato respiratorio. Le ulteriori indagini di laboratorio già in corso, sono volte a chiarire la natura ed eventualmente l’eziologia del danno polmonare, utili a stabilire le cause che hanno condotto al decesso dell’animale.
Ad oggi è il 14° caso di spiaggiamento di cetacei sulla costa laziale, numero in linea con la media degli anni precedenti, e si tratta del secondo animale appartenente alla specie Tursiops truncatus.
Il ritrovamento di due esemplari adulti morti, a poca distanza di tempo nello stesso tratto di costa, non è un evento eccezionale, come si è potuto osservare nel corso degli anni.
Le attività di monitoraggio restano comunque continue, a garanzia che qualsiasi evento di mortalità sporadico, o eventi anomali di mortalità possano essere prontamente identificati ed investigati.
Sono stati ritrovati sulle coste della Toscana dal 26 giugno al 26 luglio 2019 otto tursiopi (delfini della specie Tursiops truncatus) morti e un soggetto di specie non definita.
Le segnalazioni provengono da Livorno, San Vincenzo, Viareggio, Vada e Baratti, mentre un delfino del genere Stenella è stata rinvenuto nelle saline di Orbetello.
Nel 2018 tra giugno e luglio in Toscana si sono state trovate quattro carcasse di tursiope, la metà rispetto al 2019.
Il Tursiope è la specie di delfino più diffusa in quest’area.
Presso l’IZS Lazio e Toscana, sezione di Pisa, i medici veterinari del gruppo della Dott.ssa Giuliana Terracciano, da anni impegnato in questo genere di episodi, hanno svolto le autopsie.
Le temperature estreme del periodo hanno contribuito ad una veloce decomposizione delle carcasse, rendendo possibile la necroscopia completa di soli tre soggetti (2 femmine e 1 maschio).
Di seguito alcune fotografie scattate durante le necroscopie eseguite presso la sezione di Pisa dell’IZS Lazio e Toscana:
Quanto riscontrato in sede autoptica (tra cui ematomi e lesioni sul dorso, emorragie interne) non è sufficiente a identificare la causa o le cause di morte e dovrà essere interpretato alla luce dei risultati degli esami di laboratorio su organi e tessuti prelevati dagli animali morti, che proseguono presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico per gli aspetti microbiologici, virologici, istologici e parassitologici e presso l’Università di Siena per quelli tossicologici.
Al momento sono state avanzate solo delle ipotesi: dall’infezione da Morbillivirus, al decadimento delle difese immunitarie dovuto a contaminanti ambientali, sin’anche ad una certa responsabilità dell’innalzamento delle temperature del mare, o a una combinazione di diversi fattori.
In questo momento continua il monitoraggio costante delle coste da parte della Capitaneria di Porto su ciò che sta avvenendo sul fronte mammiferi marini in collaborazione con ARPAT, OTB (Osservatorio toscano per la Biodiversità) e Università di Siena
Spiaggiamenti di delfini in Toscana nel 2019
Dall’inizio dell’anno (gennaio /luglio) sono stati 26 i casi di spiaggiamento, un numero che, con gli avvenimenti di questo mese, è leggermente più alto rispetto allo stesso periodo del 2018, in cui nei primi sei mesi si erano registrati 21 spiaggiamenti di mammiferi marini.
Da gennaio 2019 a luglio si sono spiaggiati 13 tursiopi, 10 stenelle, 1 capodoglio e 2 non classificabili per l’avanzato stato di decomposizione .
In Toscana si spiaggiano mediamente 20-30 individui anno, di cui circa il 20% in discrete condizioni di conservazione, sui quali è possibile effettuare esame autoptico e relative indagini diagnostiche.