Eurobaromentro. Sondaggio EFSA sulla sicurezza alimentare in Europa
L’EFSA ha curato un sondaggio Eurobarometro sulla percezione di vari aspetti della sicurezza alimentare dei cittadini di 28 Paesi europei dal 9 al 26 aprile, come già realizzato nel 2010.
I risultati sono stati pubblicati in un report in occasione della prima Giornata mondiale della sicurezza alimentare dello scorso 7 giugno.
Sono state intervistate 27,655 persone di differenti estrazioni sociali e demografiche presso la loro abitazione e nella loro lingua madre.
Tra i risultati dell’indagine emergono queste informazioni:
- I fattori più importanti per gli europei nell’acquisto degli alimenti sono la provenienza (53%), il costo (51%), la sicurezza alimentare (50%) e il gusto (49%).
- Nel complesso il 41% degli intervistati dichiara di essere “interessato in prima persona al tema della sicurezza alimentare”. Solo appena più di un quinto degli europei (il 22%) afferma che la sicurezza è la sua principale preoccupazione nella scelta degli alimenti.Due terzi degli europei (il 66%) ha cambiato le proprie abitudini di consumo dopo aver ricevuto informazioni su un rischio alimentare. Per il 33% la variazione è stata permanente; per il restante 33% solo per un po’ di tempo.
- I cambiamenti nelle abitudini di consumo sono più comuni tra le donne, nelle fasce di mezza età e nei soggetti con livelli di istruzione più elevati.
- Le preoccupazioni più frequentemente citate sono “residui di antibiotici, ormoni o steroidi nelle carni” (44%), “residui di pesticidi negli alimenti” (39%), “inquinanti ambientali nel pesce, nella carne o nei latticini” (37%) e “additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati in alimenti o bevande” (36%). Queste erano anche tra le principali preoccupazioni segnalate dall’Eurobarometro del 2010 sulla sicurezza alimentare. Tuttavia gli europei sembrano meno preoccupati di prima su questioni come gli OGM mentre questioni nuove come le microplastiche appaiono per la prima volta sul radar della sicurezza alimentare.
- La fiducia è risposta in massimo grado negli scienziati (82%, a differenza del 73% del 2010) e nelle organizzazioni dei consumatori (79%) per le informazioni sui rischi legati agli alimenti, seguiti dagli agricoltori (69%), dalle autorità nazionali (60%), dalle istituzioni dell’UE (58%), dalle ONG (56%) e dai giornalisti (50%). Meno persone hanno fiducia in supermercati e ristoranti (43%), industrie alimentari (36%) e celebrità, blogger e influencer (19%). Risultati in linea con l’indagine del 2010.
- Come nel 2010 è la televisione la principale fonte di informazioni sui rischi da alimenti per sette su dieci europei. Tuttavia, mentre un maggior numero di giovani si rivolge ai social media dopo la televisione (45% di quelli tra i 15 e i 24 anni), gli anziani scelgono fonti tradizionali come i giornali (46%) e la radio (30%).
- Poco più di 2 intervistati su 5 (il 43%) affermano che “ci sono regolamenti in vigore per garantire che il cibo che mangiamo sia sicuro”. Tre persone su dieci (il 28%) sanno che “per decidere quanto possa essere rischioso mangiare un determinato alimento, l’UE si affida alla consulenza di esperti scientifici
Esistono delle differenze tra i vari Paesi. I risultati del sondaggio effettuato in Italia sono riportati in uno specifico documento (sondaggio Italia).