Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri
centro di Referenza Nazionale Medicina Forense Veterinaria

Minacce al programma di reintroduzione dell’ ibis eremita (Geronticus eremita) in Italia: un’ indagine forense.

L’Ibis eremita (Geronticus eremita) è uno degli uccelli più rari al mondo; un tempo era diffuso in tutto il Medio Oriente, in Africa settentrionale ed Europa meridionale e centrale, ma da oltre 400 anni risulta scomparso dall’Europa e ne è rimasta una sola popolazione riproduttiva in Marocco, Algeria, Turchia e Siria.

Nel 2002, il waldrappteam ha avviato uno studio di fattibilità per consentire l’insediamento di colonie migratorie dell’Ibis eremita in Europa e dal 2012 ha iniziato un progetto Life di reintroduzione.

Tale progetto è stato fortemente minacciato da morti improvvise degli animali, soprattutto in Italia, dove vi sono il sito di svernamento e gran parte della rotta migratoria dell’Ibis eremita.

Una delle principali cause di morte in questa specie è il bracconaggio, che soprattutto durante la migrazione autunnale, è un enorme ostacolo, non solo demografico, ma anche economico, per il progetto di reintroduzione. Al fine di combattere il fenomeno della caccia illegale, dalla fine del 2016 il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria (CeMedForVet) ha iniziato una collaborazione con il waldrappteam, che tramite indagini forensi, si proponeva di fornire alle autorità prove e materiale per le indagini.

In questo studio sono stati analizzati presso il CeMedForVet tutti i 27 ibis eremita morti (con sospetto di bracconaggio) e consegnati dalle autorità giudiziarie presso il suddetto centro tra il 2016 e il 2022. In linea con la letteratura, anche in questo studio si è rilevato che il bracconaggio è la principale causa di morte di questa specie in Italia, soprattutto durante la stagione venatoria. Inoltre, le cause di morte antropiche hanno rappresentato il 60% dei decessi, di cui il 30% per bracconaggio.

In sintesi in questo studio i ricercatori del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana hanno utilizzato un approccio forense per analizzare, per la prima volta, le principali cause di morte nell’Ibis eremita, ritenendo di straordinaria importanza l’individuazione di azioni illegali sulle specie animali selvatiche, ancor più se in via di estinzione, al fine di fermare il fenomeno del bracconaggio, che rimane tutt’ora la principale causa di morte di questi animali e di molte altre specie migratorie.

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Corso – Medicina e Tossicologia Forense Veterinaria: modalità operative e corrette prassi

Data: 25 novembre 2021

Sede: IZS Lazio e Toscana, Roma. Via Appia Nuova, 1411

Organizzatori: IZS Lazio e Toscana e Centro Nazionale di Referenza per la Medicina Forense Veterinaria

ECM: 8,4 crediti

Iscrizione:  tramite Portale della Formazione IZS Lazio e Toscana

 

Argomenti:

  • le principali fasi di svolgimento di una corretta autopsia in relazione alla conferma di sospetto avvelenamento
  • l’utilizzo delle analisi del DNA per la soluzione di casi di medicina forense veterinaria
  • come effettuare un’efficace documentazione fotografica delle autopsie
  • i metodi e le procedure di analisi chimico-tossicologiche per la conferma di avvelenamenti dolosi.

Per consultare il Programma e i criteri di selezione Scarica la Brochure dell’ Evento 

 

Proroga della Ordinanza «Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati»

Il Ministero della salute ha prorogato di 12 mesi l’Ordinanza 13 giugno 2016 recante: «Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati» con provvedimento del 25 giugno pubblicato Sulla Gazzetta Ufficiale n° 161 del 13 luglio 2018.

Il persistere di numerosi episodi, accertati da approfondimenti diagnostici eseguiti dagli Istituti zooprofilattici sperimentali territorialmente competenti, relativi ad avvelenamenti e decessi di animali domestici e selvatici a causa di esche o bocconi avvelenati, accidentalmente o intenzionalmente disseminati nell’ambiente, ha determinato la necessità e l’urgenza di confermare le misure di salvaguardia e prevenzione.

Rilevato  che  l’adozione  delle  precedenti  ordinanze   ha   reso possibile  un  maggior  controllo  del  fenomeno con significativa riduzione dell’incidenza  degli  episodi  di  avvelenamento  che comunque persistono, il termine di validità  dell’ordinanza del Ministro della salute 13 giugno 2016, già prorogato nel 2017, e’ ulteriormente prorogato di dodici mesi a decorrere dalla data  del 16 luglio 2018.
(Fonte Ministero della Salute)

Il Centro Nazionale di Referenza per la Medicina Forense Veterinaria dell’IZS Lazio e Toscana, sezione di Grosseto, è operativo da anni rispetto al fenonemo. Nel proprio sito vi e è una specifica sezione dedicata a agli avvelenamenti dolosi negli animali.

 

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