Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri
CeMedForVet

La SISFV ad Amalfi con gli IIZZSS: i progressi delle scienze forensi in ambito veterinario.

Il Commissario Straordinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (IZSLT), Dr. Stefano Palomba, ha preso parte al Convegno della Società Italiana delle Scienze Forensi Veterinarie (SISFV), svoltosi il 26 ottobre 2024 ad Amalfi. L’evento, guidato dal Dr. Rosario Fico, Presidente della SISFV e figura di spicco nella medicina forense veterinaria, ha rappresentato un importante momento di confronto sulle sfide e i progressi delle scienze forensi in ambito veterinario.

Nel suo intervento, il Dr. Palomba ha evidenziato il ruolo cruciale degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali nel supporto alle attività di Polizia Giudiziaria, grazie alle competenze di analisi laboratoristica attribuite per legge. Sotto la sua guida, l’Istituto, sede del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria, continua a rafforzare la collaborazione con le Forze dell’Ordine per potenziare le indagini forensi in ambito veterinario. In quest’ottica, il Dr. Palomba ha annunciato l’ampliamento dell’articolazione legale dell’Istituto con specialisti in medicina forense, per formare personale in grado di affrontare le sfide emergenti di questo settore.

La condivisione d’intenti tra il Dr. Palomba e il Dr. Vincenzo Caputo, Direttore Generale dell’IZS Umbria e Marche, ha ulteriormente consolidato l’importanza attribuita a queste tematiche. Entrambi hanno sottolineato l’urgenza di potenziare le capacità investigative degli Istituti Zooprofilattici e il ruolo essenziale delle autorità veterinarie nelle attività di Polizia Giudiziaria. In linea con questa visione, il Dr. Caputo ha proposto l’estensione del ruolo di Ufficiale di Polizia Giudiziaria anche ai medici veterinari degli Istituti, rafforzando così le basi per una sinergia efficace e continuativa nel contrasto ai reati contro gli animali.

La giornata ha visto la partecipazione di Magistrati, Carabinieri Forestali e altre autorità, unite nell’obiettivo di consolidare un sistema di cooperazione efficace a tutela della legalità in ambito veterinario. Il convegno, tenutosi presso l’IFLAMA Music Art di Amalfi, ha offerto un’importante opportunità di approfondire tecniche investigative e nuovi strumenti scientifici da utilizzare nelle indagini sui reati contro gli animali, arricchendo ulteriormente il campo della medicina forense veterinaria.

Minacce al programma di reintroduzione dell’ ibis eremita (Geronticus eremita) in Italia: un’ indagine forense.

L’Ibis eremita (Geronticus eremita) è uno degli uccelli più rari al mondo; un tempo era diffuso in tutto il Medio Oriente, in Africa settentrionale ed Europa meridionale e centrale, ma da oltre 400 anni risulta scomparso dall’Europa e ne è rimasta una sola popolazione riproduttiva in Marocco, Algeria, Turchia e Siria.

Nel 2002, il waldrappteam ha avviato uno studio di fattibilità per consentire l’insediamento di colonie migratorie dell’Ibis eremita in Europa e dal 2012 ha iniziato un progetto Life di reintroduzione.

Tale progetto è stato fortemente minacciato da morti improvvise degli animali, soprattutto in Italia, dove vi sono il sito di svernamento e gran parte della rotta migratoria dell’Ibis eremita.

Una delle principali cause di morte in questa specie è il bracconaggio, che soprattutto durante la migrazione autunnale, è un enorme ostacolo, non solo demografico, ma anche economico, per il progetto di reintroduzione. Al fine di combattere il fenomeno della caccia illegale, dalla fine del 2016 il Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria (CeMedForVet) ha iniziato una collaborazione con il waldrappteam, che tramite indagini forensi, si proponeva di fornire alle autorità prove e materiale per le indagini.

In questo studio sono stati analizzati presso il CeMedForVet tutti i 27 ibis eremita morti (con sospetto di bracconaggio) e consegnati dalle autorità giudiziarie presso il suddetto centro tra il 2016 e il 2022. In linea con la letteratura, anche in questo studio si è rilevato che il bracconaggio è la principale causa di morte di questa specie in Italia, soprattutto durante la stagione venatoria. Inoltre, le cause di morte antropiche hanno rappresentato il 60% dei decessi, di cui il 30% per bracconaggio.

In sintesi in questo studio i ricercatori del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana hanno utilizzato un approccio forense per analizzare, per la prima volta, le principali cause di morte nell’Ibis eremita, ritenendo di straordinaria importanza l’individuazione di azioni illegali sulle specie animali selvatiche, ancor più se in via di estinzione, al fine di fermare il fenomeno del bracconaggio, che rimane tutt’ora la principale causa di morte di questi animali e di molte altre specie migratorie.

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