cambiamenti climatici
Persone, ecosistemi e animali: sono strettamente interconnessi e la salute è tema estremamente attuale e cruciale di questo complesso legame. Dalla ricerca avanzata e multidisciplinare nascono attività congiunte per una migliore conoscenza delle interdipendenze tra cambiamenti climatici, salute e sostenibilità nel contesto degli allevamenti zootecnici.
Nasce “Sostenibilità, Economia Circolare e One Health”, Accordo Quadro di Collaborazione tra Fondazione CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana “M. Aleandri”.
È ormai ampiamente riconosciuto come il benessere dell’uomo e degli animali sia strettamente collegato all’ambiente e ai cambiamenti climatici.
La perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi naturali rappresentano una minaccia per la salute e la qualità della vita, evidenziando la sempre più urgente necessità di un approccio intersettoriale e inclusivo per affrontare le sfide per la salute di oggi e del futuro.
La pandemia da COVID-19 ha avuto ripercussioni significative sui sistemi zootecnici e agroalimentari: ne emerge l’importanza di una gestione sostenibile e attenta a salute, ambiente, sicurezza, nella più vasta prospettiva dell’One Health e della circolarità.
È in questo contesto che la Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana “M. Aleandri” (IZSLT) hanno stipulato l’Accordo Quadro di Collaborazione “Sostenibilità, Economia Circolare e One Health” come promozione e incentivo alla ricerca, alle sue applicazioni e relativa divulgazione dei risultati.
Attraverso l’Accordo si formalizza la collaborazione tra i due istituti per realizzare congiuntamente attività scientifiche, l’organizzazione di corsi di formazione, lo scambio di expertise, la promozione e l’attivazione di altre iniziative, in relazione ad aree tematiche di interesse comune, che includono in particolare:
- la salute e la sostenibilità degli allevamenti zootecnici, l’economia circolare nelle produzioni zootecniche e i feedback tra cambiamenti climatici e gli allevamenti, le produzioni e il benessere degli animali;
- l’influenza delle variabili meteo-climatiche sulla diffusione di alcune malattie infettive e/o parassitarie che colpiscono gli animali, con particolare attenzione a quelle trasmesse da vettori.
“È evidente ormai come i cambiamenti climatici abbiano un ruolo cruciale sugli ecosistemi terrestri e sulle loro componenti” afferma la Dr.ssa Monia Santini, referente scientifico per la Fondazione CMCC delle attività che saranno svolte nell’ambito dell’Accordo. “Il concetto One Health parte dal riconoscimento che la salute degli ecosistemi, degli animali e dell’uomo sono strettamente connesse tramite relazioni complesse e ancora difficili da capire nella loro totalità, come suggeriscono anche alcuni studi preliminari sull’esplosione dell’attuale pandemia. Inoltre, tali interazioni non sono costanti ma possono evolvere in un contesto ambientale che si modifica rapidamente, con variabilità climatica ed eventi estremi sempre più accentuati”. Santini è Direttrice del polo di Viterbo della Divisione Impacts on Agriculture, Forests and Ecosystem Services del CMCC. “Grazie a questo Accordo, la notevole mole di dati che la Fondazione CMCC produce, attraverso progetti e iniziative internazionali, riguardo al clima e agli impatti su risorse come vegetazione, suolo e acqua, nonché gli strumenti all’avanguardia adottati nell’analisi dei dati, possono ampliare e accelerare la conoscenza sulle interazioni alla base del paradigma One Health”.
L’accordo di collaborazione* stipulato con CMCC – dichiara il Dr. Ugo Della Marta, direttore generale IZSLT – nasce dalla reciproca vicinanza di obiettivi, abbiamo comuni campi di attività laddove i cambiamenti climatici producono effetti anche sulla salute animale e sulla produzione di alimenti. Questo accordo sigla il rinnovo di una partnership iniziata nel 2013, insieme abbiamo condotto progetti e avviato specifici programmi di formazione, aggiornamento e ricerca. I temi di approfondimento comune stabiliti in questo rinnovo di accordo sono la sostenibilità e l’impatto ambientale, la valorizzazione etica del rapporto uomo-animale, la salute e la sostenibilità degli allevamenti, l’economia circolare nelle produzioni zootecniche. Il nostro Istituto, coordinato per noi dalla Dr.ssa Sezzi, collabora in questo gruppo multidisciplinare nato dalla sinergia di competenze agronomiche, zootecniche, biologiche, chimiche, farmacologiche ed ecologiche. Lavoreremo insieme per sviluppare nuovi metodi di prevenzione e di tutela della salute una e unica per l’uomo, l’animale e l’ambiente e nello specifico per definire nuove misure di intervento utili ad assicurare un equilibrio tra cambiamenti climatici e gli allevamenti, le produzioni e il benessere degli animali.
*Accordo Quadro di Collaborazione “Sostenibilità, Economia Circolare e One Health”
Fondazione-CMCC
Contatti:
Dott.ssa Erminia Sezzi- U.O.T Lazio Nord/Viterbo
Tel 0761/250147
erminia.sezzi@izslt.it
I cambiamenti climatici rappresentano una sfida importante per la sicurezza alimentare globale.
I mutamenti a lungo termine di temperatura, umidità, modelli di precipitazioni e la frequenza di eventi meteorologici estremi stanno già influenzando le pratiche agricole, la produzione agricola e la qualità nutrizionale delle colture alimentari.
Rapporto EFSA: “Climate change as a driver of emerging risks for food and
feed safety, plant, animal health and nutritional quality”.
L’impronta ecologica globale dell’uomo è un’unità di misura che serve a capire di quanto spazio ha bisogno l’uomo per vivere nel modo in cui vive, consumando quanto consuma e producendo i rifiuti che produce in un determinato momento, Nel 1961 eravamo nella condizione di “necessità di meno” di un pianeta Terra. Allo stato attuale, abbiamo bisogno di poco più di 1,7 “Pianeti Terra” e le prospettive degli studiosi ci dicono che nel 2030 avremo bisogno di 2 volte il nostro pianeta Terra, per cui se nel 1961 le necessità degli abitanti del mondo erano meno di quanto la terra potesse offrire, oggi i fabbisogni sono superiori a quanto può fornire il Pianeta Terra, con valore 1,7 (cioè 0,7 in più di ciò che può garantire). Tra 10 anni, nel 2030 il valore sarà di 2, cioè le esigenze della popolazione saranno il doppio di quanto la terra potrà garantire.
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A tale proposito, le preoccupazioni sui rischi correlati all’ambiente sono di primaria importanza.
In un ambiente in costante cambiamento, mantenere sane le coltivazioni e gli animali al fine di proteggere gli alimenti derivati diventa di cruciale importanza.
Anche se nell’EU la catena alimentare non è stata mai così sicura come adesso, l’OMS stima che in EU tuttora almeno 23 milioni di casi di malattia sono da ascrivere a batteri, virus, parassiti, tossine ed allergeni di origine alimentare con almeno 5000 morti all’anno.
Diventa quindi importante rafforzare la ricerca scientifica verso l’effettuazione di studi di risk assessment e management, per rafforzare la sicurezza alimentare di ogni fase della catena dei sistemi di approvvigionamento alimentare.
E’ noto che la sensibilità di germi, microrganismi potenzialmente tossici e altri parassiti ai fattori climatici suggerisce che ques’ultimi hanno il potenziale di influenzare l’insorgenza e l’intensità di alcune malattie di origine alimentare.
Inoltre, il mutamento delle condizioni può favorire la creazione di specie esotiche invasive dannose per la salute delle piante e degli animali.
Il riscaldamento dell’acqua di mare in superficie e un maggiore apporto di nutrienti porta alla profusione di alghe che producono tossine causando focolai di contaminazione dei frutti di mare.
La sicurezza alimentare mondiale può subire ripercussioni importanti a causa dei cambiamenti climatici: Le variazioni delle condizioni meteorologiche, come la temperatura, l’umidità, le precipitazioni e fenomeni climatici estremi hanno infatti la capacità di condizionare l’agricoltura e la sua produzione, la sensibilità dei germi, l’andamento di alcune malattie trasmesse dagli alimenti e l’insediamento di specie esotiche invasive.
A seguito del vertice ONU sul clima del settembre 2019 , l’EFSA ha infatti inserito nel proprio sito una pagina specifica sul tema.
In questa sezione vengono identificate dall’Agenzia le aree in cui il cambiamento climatico contribuisce al sorgere di nuovi pericoli o al propagarsi di quanti già presenti:
Salute delle piante e degli animali
Il cambiamento climatico è un fattore determinante per l’insorgenza di nuovi organismi nocivi ai vegetali e per la maggiore diffusione dei rischi legati ad organismi già conosciuti. Pericoli legati anche ai movimenti climatici di vettori come insetti ed uccelli, che coinvolgono sia piante che animali; esempi di malattie che si sono presentate nelle nostre aree a causa delle mutate condizioni di temperatura e umidità sono la Blue Tongue e la dermatosi nodulare bovina
Malattie
Una serie di fattori ambientali possono contribuire a spiegare la sopravvivenza e persistenza di una serie di patogeni trasmissibili anche con gli alimenti, come Salmonella, Campylobacter e Norovirus
Contaminanti
Micotossine
Le valutazioni dell’EFSA comprendono tossine naturali prodotte da funghi, come le micotossine e, tra queste le aflatossine, prodotte da due specie di Aspergillus.
L’aumento delle temperature e dell’umidità ha probabilmente contribuito alla comparsa di queste micotossine cancerogene nell’Europa meridionale dagli anni 2000. L’EFSA nel 2012 ha contribuito a sviluppare uno strumento per prevedere la diffusione delle aflatossine in alcuni cereali, in diversi scenari di cambiamento climatico.
Fitoplancton e Cianobatteri
Il fitoplancton , costituito da microscopiche alghe marine e di acqua dolce, rappresenta una fonte di nutrimento essenziale per pesci e altre forme di vita acquatiche.
Nella pagina dell’EFSA viene descritto come il cambiamento climatico possa aver influito sulla tossicità di un’alga specifica, la Ciguatera, responsabile di alcuni focolai di avvelenamento di frutti di mare in alcune aree della Spagna e del Portogallo. Gli stessi Cianobatteri, considerati “integratori alimentari naturali” potrebbero subire a causa dei cambiamenti climatici, un aumento delle loro proprietà tossiche
L’EFSA nelle proprie valutazioni a riguardo della sicurezza alimentare, considererà tutti gli sforzi e le misure che vengono adottate sia a livello globale che locale per limitare gli effetti delle condizioni climatiche che vanno mutandosi.
Fonte:
EFSA