Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

Pubblicate le Linee Guida sulla Diagnosi di campilobatteriosi nell’uomo

La campilobatteriosi è una zoonosi causata da Campylobacter spp., principalmente C. jejuni e C. coli, responsabili di circa il 90% dei casi. L’infezione si manifesta con gastroenterite autolimitante, caratterizzata da diarrea, crampi addominali e febbre. Sebbene le complicazioni siano rare, possono includere sindromi post-infettive come Guillain-Barré e Miller-Fisher, soprattutto in soggetti immunocompromessi.

La trasmissione avviene principalmente tramite alimenti contaminati, come carne di pollame, latte non pastorizzato e acqua non trattata, ma anche per contatto diretto con animali infetti o feci contaminate.

Secondo EFSA ed ECDC, la campilobatteriosi è l’infezione gastrointestinale di origine alimentare più segnalata nell’UE, con oltre 148.000 casi confermati nel 2023.

È fondamentale quindi che i laboratori dispongano di metodi efficaci per la diagnosi, l’isolamento, la conservazione e il trasporto dei ceppi di Campylobacter spp., per garantire una sorveglianza epidemiologica accurata e una risposta tempestiva.

La diagnosi si basa su criteri clinici e di laboratorio, tra i quali isolamento del patogeno o identificazione del suo acido nucleico. È raccomandata l’analisi della suscettibilità antimicrobica su un campione rappresentativo di isolati, utile anche per la caratterizzazione genetica e l’identificazione di cluster epidemici.

A seguire il Documento completo, a cura di esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (UOC Microbiologia degli alimenti, CREP, LRPTAU,  LRMTA, UOC Diagnostica Generale, NRL-AR, CRN-AR), al Dipartimento di Malattie Infettive dell’ Istituto Superiore di Sanità, alla Bacteriology Unit, NRL Campylobacter/WOAH Reference Laboratory for Brucellosis, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” .

LINEE GUIDA CAMPILOBATTERIOSI



Whatsapp Share
Skip to content