Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

Accertamento di trichinella spp. in cinghiale cacciato in provincia di Latina.

È stato individuato il primo caso della stagione venatoria 2025-2026 di Trichinella spp. in un cinghiale abbattuto nel corso di una battuta a squadra nella Foresta San Marco di Campodimele (LT), su un gruppo di sei capi sottoposti ai controlli di routine.
Il prelievo del campione da sottoporre a prova è stato eseguito da cacciatori opportunamente formati su mandato dell’Ambito Territoriale di Caccia LT2, sotto il controllo dell’Autorità Competente della ASL di Latina.
Data prelievo del campione: 04/10/2025.
Comunicazione degli esiti all’Autorità Competente: 08/10/2025.

L’accertamento è stato eseguito presso i laboratori della UOT Lazio Sud – Sezione di Latina dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana “M. Aleandri”, nell’ambito dell’attività di sorveglianza ufficiale obbligatoria. Le larve rilevate nel campione positivo saranno inviate all’European Union Reference Laboratory for Parasites presso l’Istituto Superiore di Sanità per l’identificazione di specie.

L’esame per la ricerca di Trichinella spp. è obbligatorio per tutti i cinghiali destinati al consumo umano, sia privato sia commerciale e rappresenta uno strumento essenziale per garantire la sicurezza alimentare e la prevenzione delle zoonosi. La Trichinella è un parassita trasmissibile all’uomo attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta proveniente da animali parassitati appartenenti alle specie di suidi ed equidi sia domestici sia selvatici non sottoposti a controllo.
“L’individuazione tempestiva di un caso di Trichinella nel cinghiale, dichiara il commissario dell’IZSLT dr. Stefano Palomba, conferma l’efficacia del sistema di sorveglianza e il grande valore della collaborazione tra cacciatori formati, ASL e Istituto Zooprofilattico.
La sicurezza alimentare si costruisce anche attraverso controlli puntuali e comportamenti responsabili: l’esame per la ricerca del parassita non rappresenta solo un obbligo normativo, bensì una garanzia per la salute dei consumatori e per la qualità della filiera venatoria regionale; il rispetto delle norme di prelievo, tracciabilità e verifica dei campioni costituisce un presidio fondamentale per la tutela della salute pubblica e per la valorizzazione della filiera venatoria regionale”.

Si raccomanda sempre di cuocere accuratamente la carne di cinghiale, assicurando il raggiungimento di almeno +70°C al cuore del prodotto. È quindi sconsigliato il consumo di carni crude o poco cotte, comprese le loro preparazioni di prodotti essiccati, affumicati o salati, poiché i trattamenti di macinatura, salagione, affumicamento, stagionatura o aggiunta di spezie e conservanti, non inattivano le larve di Trichinella.
Solo temperature estreme garantiscono la devitalizzazione del parassita: sono necessari almeno due mesi di congelamento a –20°C o una cottura completa delle carni.



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