Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

West Nile Virus: rafforzata la rete di sorveglianza

Alla luce della recente segnalazione, il 16 luglio, di casi umani confermati e riscontri virologici riconducibili al virus West Nile in provincia di Latina, si richiamano le principali informazioni sulla malattia, sui meccanismi di trasmissione e sulle misure di sorveglianza e prevenzione.

La West Nile Disease (WND), o Febbre del Nilo Occidentale, è una zoonosi virale. Gli uccelli selvatici di diverse specie, tra le quali i Passeriformi e i Corvidi, rappresentano il principale serbatoio dell’infezione. Il virus viene trasmesso da questi animali all’uomo e ad altri ospiti tramite la puntura di zanzare comuni del genere Culex.
L’uomo e il cavallo sono considerati ospiti a fondo cieco, poiché, una volta infettati, non sono in grado di ritrasmettere il virus alle zanzare. È invece rilevante la possibilità di trasmissione attraverso la trasfusione di sangue o il trapianto di organi provenienti da soggetti infetti.
Nell’uomo, l’infezione decorre in modo asintomatico nella maggior parte dei casi. Tuttavia, nel 10–20% dei soggetti possono manifestarsi sintomi simil-influenzali come febbre, cefalea, vomito, nausea, dolori addominali, rash cutaneo e linfoadenomegalia. Solo l’1% dei casi sviluppa sintomi più gravi, tra cui astenia, disorientamento, tremori, disturbi alla vista e convulsioni. In alcuni casi, la forma neurologica può causare danni permanenti. Le manifestazioni più gravi si riscontrano soprattutto nei bambini, negli anziani e nei soggetti immunocompromessi. Le forme a esito letale sono rare. Nei cavalli, la sintomatologia clinica si manifesta in circa il 10% dei soggetti infetti. I segni più comuni includono debolezza degli arti posteriori, difficoltà o incapacità a mantenere la stazione quadrupedale, paresi o paralisi degli arti, fascicolazioni muscolari, deficit propriocettivi, cecità, ptosi del labbro inferiore, paresi o paralisi dei muscoli labiali o facciali, e digrignamento dei denti.
Per quanto riguarda gli uccelli, solo alcune specie, in particolare i corvidi, sviluppano forme sintomatiche. Anche in questo caso si tratta prevalentemente di manifestazioni neurologiche, talvolta a esito letale.
In Italia, il virus della West Nile Fever è stato segnalato per la prima volta nel 1998 in Toscana, nei cavalli. Da allora, sono stati rilevati numerosi casi anche in zanzare, in diverse specie di uccelli e nell’uomo.

La West Nile Disease è classificata come malattia di categoria “E” secondo il Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1882. Ciò implica l’obbligo di sorveglianza all’interno dell’Unione Europea. Le attività veterinarie per la prevenzione, la sorveglianza e il controllo della malattia sono definite nel Piano Nazionale di Sorveglianza delle Arbovirosi 2020–2025.

È del 16 luglio la segnalazione di due casi umani confermati di infezione da virus West Nile, con probabile esposizione al virus nei Comuni di Cisterna di Latina (LT) e Priverno (LT). Nella stessa area, sono stati registrati esiti di laboratorio preliminari indicativi di positività virologica e sierologica (IgM): uno in un pool di zanzare raccolto a Pontinia e l’altro in un cavallo residente in provincia di Latina. Per entrambi i riscontri si è in attesa della conferma ufficiale da parte del Centro Nazionale di Referenza per le Malattie Esotiche dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise.
Questi casi rappresentano un’evidenza di circolazione attiva del virus nella parte meridionale del Lazio.

La riduzione del rischio di trasmissione è basata su un sistema di sorveglianza integrata che coinvolge il monitoraggio entomologico, veterinario (su uccelli ed equini) e umano. Questo approccio consente l’individuazione precoce della circolazione del virus e l’attivazione tempestiva di misure di prevenzione e controllo per ridurre il rischio di trasmissione all’uomo e al cavallo..

Si raccomanda di intensificare la sorveglianza sindromica negli equidi e, in presenza di sintomatologia neurologica, di considerare la West Nile Disease (WND) come possibile diagnosi differenziale, procedendo all’esecuzione di prelievi biologici idonei per la conferma del caso. Nei soggetti in vita i campioni devono consistere in sangue con e senza EDTA; nei soggetti deceduti o soppressi, è necessario prelevare liquor, cervello, tronco encefalico e midollo spinale. In questi ultimi casi, i campioni devono essere consegnati quanto prima alle sedi territoriali dell’IZSLT e devono essere informate tempestivamente le autorità sanitarie locali competenti.

Link utili per approfondimenti:



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