Dal 1° luglio entra in vigore la nuova legge sulla tutela penale degli animali. Pene più severe, nuove fattispecie di reato e maggiori tutele anche per gli animali sequestrati.

La Legge 6 giugno 2025, n. 82, recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” segna un’evoluzione significativa nell’ordinamento italiano: l’animale non è più visto solo come oggetto di tutela, ma come essere senziente meritevole di protezione giuridica autonoma e rafforzata.
Cosa cambia: pene più severe e nuovi reati
Le novità introdotte dalla legge toccano diversi ambiti e rafforzano gli strumenti sanzionatori a disposizione della magistratura. Tra i principali interventi:
- Uccisione e maltrattamento di animali: la pena detentiva, da 6 mesi a 2 anni, non sarà più alternativa ma congiunta alla multa, rendendo più incisiva la risposta penale.
- Spettacoli vietati e combattimenti tra animali: aumentano le pene previste, con l’introduzione di aggravanti specifiche, tra cui la presenza di minori, il coinvolgimento di più animali o la diffusione online di immagini e video delle violenze.
Stop alla catena, tutela anche per gli animali sequestrati
Una delle misure più significative riguarda il divieto di detenzione alla catena, che potrà essere derogato solo per motivate ragioni sanitarie.
È inoltre vietato l’uso commerciale di pellicce e pelli di gatti domestici, e viene rafforzata la disciplina sul traffico illecito di animali da compagnia, prevedendo la punibilità anche in caso di mancanza di uno solo dei requisiti formali richiesti (identificazione o certificazioni sanitarie).
Particolare attenzione viene riservata agli animali sottoposti a sequestro: la nuova norma vieta l’abbattimento durante il procedimento penale e garantisce la custodia fino alla sentenza definitiva, introducendo criteri più chiari per la gestione, il sequestro e la confisca degli animali vivi.
Anche la fauna selvatica tra i soggetti tutelati
La legge amplia la sfera di tutela includendo anche i reati contro la fauna selvatica protetta, punendo l’uccisione, la cattura e la detenzione illecita di esemplari, così come la distruzione o il deterioramento di habitat all’interno di siti protetti.
Per la prima volta, i reati contro gli animali vengono inseriti nel catalogo dei reati presupposto per la responsabilità amministrativa degli enti, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 231/2001.
Abbandono e detenzione inadeguata: sanzioni più dure
Chi abbandona un animale domestico rischia ora l’arresto fino a un anno e multe da 5.000 a 10.000 euro. Le stesse sanzioni si applicano a chi detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, causando gravi sofferenze.
Aggravanti sono previste in caso di abbandono su strada o in contesti che mettano a rischio la sicurezza pubblica.
Questa riforma rappresenta un punto di svolta nel riconoscimento degli animali come soggetti vulnerabili e titolari di una tutela penale più concreta, chiara e coerente con i valori della nostra società.