Aggiornamento sull’Influenza Aviaria da H5N1

Nell’attuale stagione epidemica, in Italia sono stati registrati 21 episodi di positività all’Influenza Aviaria A(H5N1) ad alta patogenicità in allevamenti di pollame domestico, in Piemonte, Veneto e Lombardia, oltre a 17 casi in volatili non appartenenti al pollame, inclusi esemplari selvatici riscontrate in Veneto, Emilia-Romagna Romagna e Lombardia. Inoltre, il virus è stato riscontrato in due volpi nelle province di Pordenone e Brescia e, a gennaio 2025, in un gatto domestico appartenente a un allevamento familiare di polli già colpito da un focolaio confermato in provincia di Bologna.
Nel caso del gatto, sono attualmente in corso studi per valutare la capacità del virus di adattarsi e infettare altre specie mammifere oltre a quelle aviarie.
Situazione internazionale e nuovi riscontri
A differenza di quanto sta accadendo negli Stati Uniti, dove si è verificata un’epidemia di H5N1 nei bovini da latte, in Europa non sono stati segnalati casi di infezione nei bovini. Tuttavia, il Capo dei Servizi Veterinari del Regno Unito, il 25 marzo ha dato comunicazione del primo caso al mondo di influenza aviaria (H5N1) in una pecora nello Yorkshire. La diagnosi sull’animale è stata confermata dopo ripetuti test positivi sul suo latte. Il caso è scaturito dalla sorveglianza del gregge in un allevamento dove il virus era già stato rilevato in uccelli selvatici tenuti in cattività.
Negli Stati Uniti, a partire da marzo 2024, l’Influenza Aviaria HPAI A(H5N1) ha colpito per la prima volta le vacche da latte, causando un’epidemia che, secondo le informazioni più recenti, ha coinvolto oltre 980 allevamenti in 17 stati americani.
I casi sono stati associati alla trasmissione del virus da uccelli a bovini, da bovino a bovino e da bovino ad altri mammiferi, tra cui i gatti. La diffusione secondaria tra i bovini sembra essere legata alla contaminazione degli strumenti per la mungitura. Inoltre, nell’ottobre 2024, in Oregon, è stato segnalato il primo caso di positività al virus A(H5N1) in un suino proveniente da un’azienda agricola con allevamenti misti di pollame, bestiame e suini.
Nonostante la diffusione del virus tra diverse specie animali, attualmente non sono state riscontrate modifiche del ceppo A(H5N1) che possano indicare un aumento della sua trasmissibilità all’uomo.
Monitoraggio e valutazioni in Italia
Alla luce della crescente diffusione del virus H5N1, in particolare nei bovini (seppur al momento limitata agli USA), la Direzione Generale della Salute Animale del Ministero della Salute sta valutando strategie di monitoraggio per individuare tempestivamente la presenza in Italia del virus anche nei bovini.
Si sottolinea, come riportato nel rapporto “Avian Influenza Overview December 2024 – March 2025”, che il rischio di infezione da virus dell’Influenza Aviaria A(H5) clade 2.3.4.4b per la popolazione umana generale dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (UE/SEE) rimane basso.
(I dati sono aggiornati al 6 marzo 2025 – a cura della UOC Virologia)