Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri
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Differenti presentazioni dell’infezione da Dirofilaria repens nel cane

Ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana in collaborazione con la ASL Roma 3 ed il Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università La Sapienza di Roma, hanno recentemente descritto due differenti presentazioni dell’infezione da Dirofilaria repens in cani fratelli di razza Pastore maremmano.
L’articolo è stato pubblicato sulla rivista “Parasitology Research”.

 

Nel primo cane è stata rilevata, in sede di castrazione, una femmina adulta di D. repens a livello del testicolo. Entrambi i testicoli risultavano normali per forma e dimensioni. L’animale presentava microfilarie circolanti e marcata eosinofilia periferica.

 

Il secondo soggetto mostrava invece una dermatite acuta umida (hot spot, dermatite piotraumatica) sul fianco e microfilarie circolanti in assenza di alterazioni dei parametri di laboratorio.

Entrambi i casi sono stati confermati tramite PCR e sequenziamento.

 

 

 

 

Gli animali sono stati trattati con applicazioni mensili di moxidectina 2.5% e imidacloprid 10%/kg. Al termine del trattamento i parametri clinici e di laboratorio di entrambi i soggetti sono rientrati nella norma.
I due cani non hanno mostrato recidive durante il periodo di osservazione post-trattamento, come confermato anche dalla negatività al test di Knott modificato e alla PCR.

 

Gli autori concludono che nelle aree endemiche sia opportuno:

  • ispezionare con attenzione ed incidere i testicoli rimossi in sede di castrazione, in quanto D. repens può essere presente senza determinare variazioni significative di forma e di volume;
  • includere anche D. repens tra le diagnosi differenziali di eosinofilia periferica.
  • considerare anche D. repens tra le cause di lesioni cutanee accompagnate da prurito,  come la dermatite acuta umida. Il rilievo del parassita in queste lesioni tramite esame citologico, istologico o ecografia confermerà il sospetto diagnostico.
    In caso di assenza o mancato accertamento di D. repens non è comunque possibile escludere il suo ruolo nella genesi del prurito.  I parassiti, infatti,  possono innescare la reazione pruriginosa e poi spostarsi altrove, indurre reazioni immunologiche-allergiche o rilascio di tossine provocando così  il prurito
  • sottoporre tutti cani ad adeguata profilassi nei confronti di D. repens.

Nelle aree non endemiche, tutti gli animali provenienti da aree endemiche dovrebbero essere testati nei confronti del parassita tramite test di Knott modificato e PCR.

E’ necessario  compiere ulteriori sforzi per mettere a punto test rapidi al fine di individuare precocemente i soggetti infetti e limitare in questo modo la diffusione di questa zoonosi.

 

Visualizza l’articolo:

Barlozzari G, Felice T, Salvato L, Conti R, De Liberato C, Furzi F, Gabrielli S, Scarpulla M. Usual or unusual presentations of Dirofilaria repens in two sibling dogs: a case report. Parasitol Res. 2020 Oct 20 : 1–7. doi: 10.1007/s00436-020-06926-7 [Epub ahead of print]

 

L’IZSLT attiva la diagnostica per la gestione degli animali da compagnia sospetti di infezione da SARS-CoV-2

L’IZSLT predispone l’attività diagnostica mirata per la gestione degli animali da compagnia sospetti di infezione da SARS-CoV-2.

 

 

Al fine di fornire supporto ai Servizi Veterinari Regionali nella applicazione delle Linee Guida del Ministero della Salute  – (2020-04-17-ministero-salute-nota-9224) per la gestione degli animali da compagnia sospetti di infezione da SARS-CoV-2, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana ha predisposto un canale di attività diagnostica dedicata ed un protocollo operativo per il prelievo e l’invio di campioni biologici da sottoporre ad analisi.

 

Saranno accettati solo i campioni provenienti da animali aderenti alla definizione Animale da compagnia sospetto infezione SARS-CoV-2.

 

Il set di

campioni idonei all’esecuzione degli esami è costituito da: 

  • carcasse di animali da compagnia
  • tamponi nasofaringei
  • tamponi orofaringei
  • tamponi rettali o in alternativa feci
  • da campioni di sangue con e senza anticoagulante.

Continua……….

 

Animali da compagnia e Covid-19

La via di trasmissione predominante di COVID-19 è da uomo a uomo.

Al momento non esiste alcuna evidenza che gli animali domestici abbiano un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2. Non vi sono quindi motivi nell’adozione di misure contro gli animali da affezione che possano comprometterne il benessere.

Le infezioni da virus COVID-19 sono ampiamente diffuse nella popolazione umana, esiste quindi la possibilità che alcuni animali vengano contagiati attraverso uno stretto contatto con l’uomo infetto.

 

Sensibilità al virus del gatto, del  furetto e del cane
I risultati preliminari di studi di laboratorio suggeriscono che, tra le specie animali studiate finora, il gatto è la più sensibile al  COVID-19 e che può essere colpito da forme cliniche.
Anche il  furetto sembra sensibili alle infezioni, ma meno alle malattie.
Il cane sembra essere suscettibile alle infezioni, ma in misura minore rispetto ai furetti o ai gatti.

Norme igieniche
Tuttavia, poiché gli animali e le persone possono condividere malattie (zoonosi), è importante  che le persone malate di COVID-19 limitino il contatto con gli animali.

Quando si maneggiano e ci si prende cura degli animali, devono essere sempre seguite e  misure igieniche di base. Ciò include il lavaggio delle mani prima e dopo essere stati in giro o aver maneggiato animali, il loro cibo o le loro provviste, oltre a evitare di baciare, leccare o condividere il cibo.

I servizi di sanità pubblica e veterinaria dovrebbero collaborare usando un approccio One Health per condividere informazioni e condurre una valutazione del rischio quando una persona con COVID-19 riferisce di essere in contatto con animali.

 

Origine animale del COVID-19
Le prove attuali suggeriscono che il virus COVID-19 deriva da una fonte animale.
I dati di sequenza genetica rivelano che il virus  è un parente stretto di altri CoV circolanti nelle popolazioni di pipistrelli Rhinolophus (Bat a ferro di cavallo).
Tuttavia, ad oggi non ci sono prove scientifiche sufficienti per identificare la fonte del virus COVID-19 o per spiegare la via originale di trasmissione all’uomo (che potrebbe aver coinvolto un ospite intermedio).

Fonte: OIE, Epicentro (Istituto Superiore di Sanità), Ministero della Salute

Linee guida per la gestione di animali da compagnia sospetti di infezione dal SARS-CoV

Il Ministero della Salute, Direzione della Sanità Animale Farmaci Veterinari, ha emanato le
Linee guida per la gestione di animali da compagnia sospetti di infezione dal SARS-CoV” che

  • forniscono indicazioni  sulla gestione degli animali da compagnia in casi di infezione umana all’interno del gruppo familiare, per minimizzare il rischio di diffusione e nel contempo tutelare il benessere animale;
  • illustrano un metodo di campionamento razionale che permetta una valutazione del rischio

Come prevenire e curare le intossicazioni negli amici a quattro zampe

Pubblichiamo l’opuscolo realizzato in collaborazione con il centro antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano con  il sostegno  del Ministero della Salute,  per favorire la divulgazione della cultura del possesso responsabile degli animali domestici.

Con questa iniziativa di prevenzione si intende  informare sui pericoli che si nascondono nelle nostre case che, a nostra insaputa, possono nuocere ai nostri amici a quattro zampe.

L’obiettivo è dare al cittadino gli strumenti per conoscere ed evitare i pericoli per la salute dei nostri pet con alcune indicazioni semplici, chiare e dirette anche su come gestire le possibili e pericolose intossicazioni.

In chiusura sono presenti alcune utili  raccomandazioni  su cosa fare per prevenire un’intossicazione e sui presidi da attuare per la relativa cura.

Questa guida vuole  essere soprattutto uno strumento di prevenzione   per evitare che i nostri amici animali possano entrare in contatto con particolari alimenti o sostanze pericolose quali prodotti detergenti, pesticidi, farmaci e piante.

In appendice un richiamo  su cosa fare in caso di avvelenamento con esche pericolose ovvero nei  casi di avvelenamento non accidentale,  reato perseguibile per legge, ai sensi dell’art.544 ter del Codice Penale.

Come prevenire e curare le intossicazioni degli amici a 4 zampe

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