Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

Parvovirosi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cos’è

E’ una malattia infettiva contagiosa sostenuta dal Parvovirus canino (CPV-2).
Provoca gravi forme gastro-enteriche nei cani di età superiore alle otto settimane con mortalità fino al 60% nei cuccioli in seguito a miocardite e insufficienza cardiaca.
Certe condizioni come la carica virale, la presenza di parassiti gastrointestinali, fattori genetici o appartenenza a particolari razze (rottweiler, dobermann e pitbull) predispongono gli animali allo sviluppo della malattia.
Le prime segnalazioni dell’infezione risalgono al 1978 negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in alcuni paesi Europei. In Italia il primo isolamento di parvovirus nel cane risale al 1980. Attualmente nel nostro Paese l’infezione è endemica.
È un virus molto resistente nell’ambiente ed all’azione di detergenti e disinfettanti.
Il periodo di incubazione varia dai 7 ai 14  giorni circa. Il virus, dopo un eventuale guarigione, può essere eliminato per 13-30 giorni. Gli animali più esposti sono i cani che vivono nei canili, rifugi, negozi.

 

Trasmissione
Attraverso feci, vomito, saliva e urine di animali infetti, materiali e abiti contaminati; lo stesso pelo contaminato dell’animale eliminatore può veicolare il virus.
La trasmissione naturale dei virus della parvovirosi canina si verifica tramite il contatto diretto tra animale infetto e animale sano per via oro-nasale; ciò nonostante, essendo i virus appartenenti alla famiglia Parvoviridae molto resistenti nell’ambiente, i materiali contaminati (gabbie, vestiti, lettiere, scarpe, etc.) giocano un ruolo fondamentale nella trasmissione. E’ stata dimostrata anche una trasmissione per via intrauterina e/o perinatale evidenziando l’importanza della vaccinazione delle femmine gravide ai fini di una corretta profilassi.

 

Sintomatologia
I cuccioli presentano depressione, anoressia, vomito e diarrea anche con sangue. Se non si interviene può rapidamente insorgere disidratazione, shock e morte.
La forma acuta è la più frequente ed esordisce improvvisamente con sintomi generici quali febbre (40 °C ed oltre), anoressia, abbattimento, vomito e moderata disidratazione. La diarrea si manifesta poco dopo la comparsa della sintomatologia iniziale ed è caratterizzata dall’emissione di feci di consistenza pastosa o liquida di colorito grigiastro striate di sangue o emorragiche. La diarrea porta ad indebolimento progressivo con perdita di peso e grave disidratazione che, senza un’adeguata terapia di sostegno, può sfociare in shock ipovolemico.
La forma miocardica si manifesta quando l’infezione del cane avviene nell’ultimo periodo di gravidanza o nei cuccioli di 3-8 settimane nati da femmine non infette e quindi senza anticorpi. L’incidenza di tale forma è tuttavia oggi rara grazie alle campagne di vaccinazione e al fatto che il virus è molto diffuso nell’ambiente garantendo così una stimolazione continua del sistema immunitario.

 

Attività diagnostiche IZS LT

Presso l’IZSLT si esegue la PCR per Parvovirus canino/felino (CPV-2/FPV) su feci e tamponi fecali.

La diagnosi virologica post mortem si basa sull’evidenziazione di lesioni tipiche dell’infezione virale nei tessuti (esame anatomopatologico ed esame istologico) e sulla ricerca del virus mediante la PCR (CPV-2/FPV).

 

Link utili

L’impatto Mediatico della Parvovirosi del Cane: Ingiustificato Allarme per Un Ceppo Mutato di CPV-2 a Roma Nel 2012 (Poster)

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