Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

norovirus

 

I norovirus appartengono alla famiglia dei Caliciviridae e nell’ambito degli agenti infettivi causa di gastroenteriti acute, risultano essere in Europa tra i maggiormente diffusi, rappresentando così un problema importante nel campo della Sicurezza alimentare.

L’infezione è presente sia nei Paesi a basso che in quelli ad alto reddito.
I focolai si manifestano in particolar modo nelle comunità confinate, come ad esempio ospedali, scuole, navi da crociera.

Sono piuttosto resistenti nell’ambiente, sopravvivono a temperature sopra i 60°C e anche in presenza di cloro . Inoltre, vengono ritrovati nelle feci delle persone infette per almeno 72 ore dopo la guarigione.
I norovirus vengono distinti in genogruppi: GI-GII e GIV, suddivisi a loro volta in ulteriori 30 genotipi.

L’infezione nell’uomo ha una durata che può variare tra le 12 e le 60 ore, la sintomatologia è caratterizzata da nausea, vomito, diarrea acquosa, crampi addominali, a volte si possono avere alcune linee di febbre. Rari gli esiti sfavorevoli.

La trasmissione avviene solitamente da persona a persona mediante contatto diretto, o tramite acque e alimenti contaminati da deiezioni fecali di soggetti infetti.

I dati epidemiologici suggeriscono che i focolai sono solitamente associati al consumo di frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, germogli, erbe e spezie

Sul sito del CDC statunitense viene riportato che ogni anno, nel mondo, si stimano 685 milioni di casi , di cui 200 milioni tra bambini sotto i 5 anni.
Circa la metà si verifica da dicembre a febbraio in paesi sopra l’equatore, e da giugno fino ad agosto in paesi sotto l’equatore. Tuttavia, nelle aree più prossime all’equatore, il norovirus può avere un andamento meno stagionale.

L’unica forma di controllo efficace risulta essere il ricorso a misure igieniche preventive da applicare nelle fasi di preparazione degli alimenti, a partire da un’accurata igiene personale degli addetti alla manipolazione e distribuzione dei cibi.

In Europa
Nella maggior parte dei Paesi europei a partire dal 1997 è stato registrato aumento dei casi di infezione da norovirus, con un picco considerevole nel 2006 in molti Paesi.

Nel 1999 è stato istituito un network di ricerca, oggi chiamato “Noronet” https://www.rivm.nl/en/noronet, per il quale sono coinvolti diversi scienziati di Istituti di sanità pubblica o universitari europei che condividono dati virologici, epidemiologici e molecolari sul norovirus.

Presso L’IZS Lazio e Toscana (Laboratorio integrato di microbiologia e tossicologia di Tor Vergata) il norovirus (Genogruppo I e Genogruppo II ) viene ricercato mediante tecnica PCR real time Reverse Trascription, a partire da matrici alimentari quali molluschi bivalvi, vegetali e frutti di bosco, prelevati generalmente in ambito di controllo ufficiale da ASL, NAS, PIF e UVAC

Link utili

Laboratorio di riferimento nazionale per il controllo delle contaminazioni virali dei molluschi bivalvi 

Epicentro

CDC

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