Schede Informative Artropodi
Le schede sotto riportate hanno uno scopo puramente divulgativo. Per gli interventi sanitari e/o di disinfestazione rivolgersi agli Enti di competenza.
- Acaro rosso del pollo
- Calabrone
- Cimice del letto
- Pyemotes
- Ragno Violino
- Scleroderma
- Zecca dei boschi
- Zecca del cane
- Zecca del piccione
ACARO ROSSO DEL POLLO
![]() Dermanyssus gallinae |
Descrizione
Acaro lungo 1,5 mm, visibile ad occhio nudo, di colore rosso scuro – marrone, dotato di apparato boccale pungitore. |
Biologia Acaro ematofago, si nutre sugli uccelli ed occasionalmente sull’uomo. Attivo soprattutto nelle ore notturne, è legato alla presenza di nidi di uccelli. La sua presenza nelle abitazioni è di solito legata alla presenza nello stabile di nidi di piccione.Il ciclo biologico dura circa 9-13 giorni. Dopo la schiusa muta tre volte per raggiungere lo stadio adulto, che può resistere mesi senza nutrirsi. |
Importanza sanitaria e controllo
Non sono vettori di malattie. In mancanza di ospiti idonei possono attaccare e pungere l’uomo, soprattutto dopo l’abbandono dei nidi da parte degli uccelli. Il controllo si basa sull’allontanamento di uccelli nidificanti e sulla rimozione dei nidi rimasti vuoti ed accurata pulizia e disinfezione del luogo interessato dai nidi.
CALABRONE
![]() Vespa crabro |
Descrizione
E’ la più grande delle “vespe” europee e viene spesso confuso con l'”Ape legnaiola” (insetto di colore nero/blu di grandi dimensioni) o con diverse specie di bombi. Ha l’aspetto di una grossa vespa. Dimensioni: regina circa 4 cm; maschi ed operaie circa 2-2,5 cm. Colorazione: righe gialle e nere sull’addome; rosso mattone su testa e torace. La vespa velutina, specie particolarmente aggressiva nei confronti delle api, si presenta infatti molto simile al calabrone comune. |
Biologia Sono attivi cacciatori di altri insetti, soprattutto api e vespe. Biologia simile a quella degli altri imenotteri sociali, con colonie di circa 200/500 individui, formate soprattutto da operaie. La maggior parte della colonia muore all’inizio dell’inverno, rimane attiva solamente una regina. I nidi hanno una forma caratteristica, con strati orizzontali e colore grigio. Sono costruiti con materiali vegetali ed hanno una consistenza cartacea; possono raggiungere a volte notevoli dimensioni. Solitamente vengono costruiti in luoghi riparati (tronchi d’albero cavi, cavità nelle pareti, canne fumarie, cassoni degli avvolgibili, ecc.). Insetto presente su tutto il territorio italiano. |
Importanza sanitaria e controllo
Di solito indifferenti alla presenza dell’uomo, possono diventare molto aggressivi se si sosta o si transita in prossimità del nido o se vengono provocati.La puntura è molto simile a quella di un’ape o di una vespa. La maggior pericolosità rispetto ad altri imenotteri è legata al fatto che un’intera colonia può essere mobilita per difendere il nido; il malcapitato può essere pertanto punto da numerosi esemplari. Il veleno nella maggior parte delle persone provoca solo effetti locali e transitori, ma in soggetti allergici e/o molto sensibili può dare gravi reazioni allergiche, fino allo shock anafilattico. I calabroni inoltre possono risultare dannosi per l’apicoltura: vengono, infatti, spesso osservati fuori dalle arnie in attesa delle api bottinatrici di ritorno all’alveare. Alla lunga questo comportamento può portare alla depauperazione di un intero sciame di api
CIMICE DEI LETTI
![]() Cimex lectularius |
Descrizione
Adulti: dimensioni 4-6 mm, corpo lucido, piatto ed ovale, di colore marrone scuro. Dopo il pasto di sangue il corpo diviene gonfio e la colorazione passa a bruno rossiccio. Stadi immaturi (ninfe) molto simili all’adulto, ma di minori dimensioni e di colore più chiaro. Apparato boccale pungente- succhiatore. |
Biologia Ectoparassiti ematofagi temporanei dell’uomo, pungono soprattutto di notte. Durante il giorno si nascondono in luoghi al riparo dalla luce (intelaiature dei letti, sotto i mobili, sotto carta da parati o battiscopa, dietro quadri, nelle prese elettriche, ecc.). Dopo il pasto di sangue, che dura circa 5-10 minuti, tornano nei loro nascondigli. La durata del ciclo vitale è dipendente dalla temperatura ambientale e dal numero di pasti di sangue effettuati: 5-8 settimane in condizioni favorevoli. Dopo ogni pasto le femmine depongono circa 600 uova. Possono sopravvivere a periodi di digiuno molto prolungati, rimanendo in uno stato di quiescenza. |
Importanza sanitaria e controllo
Non sono vettori di malattie. Le punture, indolori, possono provocare infiammazione e prurito. Le zone del corpo più comunemente interessate sono quelle scoperte (braccia, spalle,collo, ecc). Delle macchioline scure sulle lenzuola, causate dalle feci che questi parassiti disseminano sulla biancheria durante il pasto di sangue, possono essere indicatori della loro presenza. Il controllo si attua tramite trattamenti insetticidi dell’ambiente domestico, ripetuti dopo 7/10 giorni, fino all’eradicazione.
PYEMOTES
![]() Pyemotes ventricosus |
Descrizione
Acaro di forma allungata non visibile ad occhio nudo (0,2 mm di lunghezza), tranne che nel caso delle femmine definite “fisogastre” (1,2 mm di lunghezza), che hanno un addome estremamente dilatato, al cui interno si sviluppano i nuovi individui fino allo stadio adulto. |
Biologia Parassiti delle larve dei tarli del legno (coleotteri anobidi). La loro presenza in un’abitazione è necessariamente associata alla presenza di mobilio tarlato. In una stagione possono compiere diverse generazioni e moltiplicarsi piuttosto rapidamente, in condizioni favorevoli di temperatura ed umidità. Vivono nelle gallerie scavate dai tarli, ma in primavera le giovani femmine fuoriescono dalle gallerie, diffondendosi nell’ambiente: possono così incontrare accidentalmente l’uomo. |
Importanza sanitaria e controllo
Non sono vettori di malattie. Possono pungere l’uomo sia sulle parti coperte che scoperte del corpo, creando problemi ingenti se presenti in gran numero. A volte la lesione provocata dalla loro puntura può assumere una forma caratteristica definita “a cometa”. Il controllo di infestazioni da Pyemotes si basa sul controllo dei suoi ospiti, i tarli, mediante interventi di restauro e/o disinfestazione dei mobili tarlati.
RAGNO VIOLINO
![]() Loxosceles rufescensOrd. Araneae Fam. Sicariidae |
Descrizione
Ragno non particolarmente vistoso, caratterizzato dalla presenza di 6 occhi disposti in tre coppie su un’unica linea a forma di arco. La maggior parte degli altri ragni ha 8 occhi, disposti su più file.
Dimensioni: corpo meno di un cm, con le zampe 3-4 cm. E’ frequente rinvenire individui giovani più piccoli.
Colorazione: marrone-giallastra uniforme, con una macchia più scura a forma di violino sulla parte anteriore del corpo. Negli individui appena mutati la macchia può non essere evidente. |
Biologia Ragno che si rinviene soprattutto all’interno di edifici, in zone buie, poco frequentate, ricche di nascondigli, come cantine, soffitte, sgabuzzini e locali di servizio (caldaie, lavatoi, ecc.) pieni di roba. Molto timido, non ama la luce e gli ambienti in cui c’è molto passaggio di persone. |
Importanza sanitaria e controllo
Nella maggioranza dei casi il morso del ragno violino non ha conseguenze particolarmente rilevanti. Solo raramente, si sviluppano lesioni di una certa gravità, fino ad arrivare a necrosi estese e di difficile trattamento medico. Il morso non è doloroso e passa spesso inosservato. Dolore e malessere generale possono cominciare 2-3 ore dopo. Circa 12 ore dopo l’evento può formarsi una vescica rilevata, che si rompe entro 1-2 giorni. Nella maggior parte dei casi, i sintomi non progrediscono ulteriormente. A volte, dopo la rottura della vescica, comincia a formarsi una lesione necrotica, che si risolve solitamente nel giro di pochi giorni. Nei casi più gravi invece la necrosi si allarga, dando origine a forme clinicamente più serie, che interessano ampie zone intorno al punto di inoculo e impiegano mesi per la risoluzione. In questi casi può essere necessario un trattamento medico-ospedaliero.
Se il ragno violino trova condizioni favorevoli al suo sviluppo (es. casa con abbondanza di prede, cantina o soffitta piena di roba, legnaia), non è facile debellarlo. Non esistono trattamenti insetticidi o protocolli di disinfestazione in grado di dare risultati certi e duraturi. In questi casi si devono mettere in atto stratagemmi volti a rendere l’ambiente meno favorevole alla sua proliferazione e cercare di stabilire una “serena” convivenza. Qui di seguito sono riportate alcune misure da adottare in questi casi:
- mettere i vestiti che non vengono usati a lungo in contenitori a chiusura ermetica;
- non riporre oggetti sotto i letti ed evitare letti-contenitore;
- quando si entra in sgabuzzini, cantine e soffitte fare rumore e provocare vibrazioni e dare il tempo ai ragni di fuggire;
- riporre le cose in soffitte e cantine in scatole di plastica chiudibili ermeticamente, soprattutto vestiti ed eventuali attrezzature sportive da indossare;
- non stoccare legna da ardere in casa;
- prestare particolare attenzione quando si prendono scatoloni o altre cose riposte da tempo in zone poco frequentate (sgabuzzini, cantine e soffitte);
- eliminare quante più possibili cianfrusaglie, soprattutto da cantine e soffitte;
- procedere ad una disinfestazione nei confronti delle blatte se la casa ne fosse infestata;
- utilizzare trappole adesive per monitorare la presenza dei ragni ed individuare le zone di casa più infestate.
SCLERODERMA
![]() Scleroderma domesticum |
Descrizione Insetto scuro di piccole dimensioni (2-4 mm), privo di ali, molto simile ad una piccola formica, eccetto per la presenza di un aculeo (di cui sono dotate solo le femmine) all’estremità posteriore. |
Biologia E’ un predatore delle larve dei comuni tarli del legno. La sua presenza in un’abitazione è necessariamente associata alla presenza di mobilio tarlato. Sono attivi soprattutto da primavera ad autunno inoltrato. Le femmine adulte passano i mesi più freddi in uno stato di ibernazione. In una stagione possono compiere diverse generazioni e moltiplicarsi piuttosto rapidamente, in condizioni favorevoli di temperatura. |
Importanza sanitaria e controllo
Non sono vettori di malattie. Le femmine di scleroderma possono pungere accidentalmente l’uomo, sia di giorno che di notte. Le punture sono dolorose e più frequenti sulle parti coperte del corpo. Il controllo dello scleroderma si basa sul controllo dei suoi ospiti, i tarli, mediante interventi di restauro e/o disinfestazione dei mobili tarlati.
ZECCA DEI BOSCHI
![]() Ixodes ricinus |
Descrizione Definite “zecche dure” per la presenza di scudi rigidi sul corpo. Corpo ovale. Capo con un apparato boccale pungitore che, in questa specie, appare molto allungato. Le dimensioni sono molto variabili in base allo stadio di sviluppo (larve e ninfe circa 1-2 mm, adulti 3-4 mm). Dopo un pasto di sangue le femmine si presentano molto ingrossate, arrivando anche ad 1 cm di lunghezza. Adulti e ninfe hanno 8 zampe, le larve 6. |
Biologia Ectoparassita ematofago. Il ciclo biologico comprende gli stadi di uovo, larva, ninfa ed adulto. Per effettuare la muta da uno stadio all’altro la zecca necessita di un pasto di sangue, durante il quale resta attaccata all’ospite 2/7 giorni e poi si stacca per mutare sul terreno. Specie con una bassissima specificità parassitaria; è in grado di attaccare un numero elevato di ospiti molto diversi tra loro (roditori, insettivori, uccelli, rettili, uomo, ecc.). E’ una specie che necessita di elevati tassi di umidità ambientale, trovando habitat ideali in boschi umidi ricchi di lettiera, anche caratterizzati da basse temperature. In Italia è segnalata in tutte le regioni, soprattutto nelle aree boschive dell’arco Alpino ed Appenninico. |
Importanza sanitaria e controllo
Vettore di numerosi agenti patogeni sia animali che umani.
Il contatto con le zecca avviene soprattutto frequentando ambienti naturali idonei al suo sviluppo (boschi e prati-pascoli umidi ed ombrosi). Misure di prevenzione consigliate:
- frequentare le aree potenzialmente a rischio con abbigliamento adatto (pantaloni lunghi, calzini, scarpe chiuse, ecc);
- al ritorno da un’escursione in un ambiente potenzialmente a rischio controllare accuratamente gli abiti ed il corpo;
- se si rinviene una zecca attaccata rimuoverla il più presto possibile utilizzando una pinzetta. Non usare in nessun caso olio, alcool o altre sostanze per soffocare la zecca.
La maggior parte delle punture non ha alcuna sequela. La probabilità di trasmissione dei patogeni e tanto più alta quanto maggiore è il tempo in cui la zecca è rimasta attaccata. Lo svilupparsi di una reazione locale nel sito di puntura può essere indice di trasmissione di un agente patogeno, perciò tenere sotto controllo la temperatura corporea e la zona della puntura per 30/40 giorni; se compaiono febbre, dolore, rossore, gonfiore o altri sintomi consultare un medico.
ZECCA DEL CANE
![]() Rhipicephalus sanguineus |
Descrizione Definite “zecche dure” per la presenza di scudi rigidi sul corpo. Corpo ovale. Capo di forma esagonale, con un apparato boccale pungitore che in questa specie è corto. Colorazione rossastra. Le dimensioni sono molto variabili in base allo stadio di sviluppo (larve e ninfe circa 1-2 mm, adulti 3-4 mm). Dopo un pasto di sangue le femmine si presentano molto ingrossate, arrivando anche ad 1 cm di lunghezza. Adulti e ninfe hanno 8 zampe, le larve 6. |
Biologia Ectoparassita, ematofago soprattutto del cane. Il ciclo biologico comprende gli stadi di uovo, larva, ninfa ed adulto. Per effettuare la muta da uno stadio all’altro la zecca necessita di un pasto di sangue, durante il quale resta attaccata all’ospite 2/7 giorni e poi si stacca per mutare sul terreno. Questa specie è e strettamente associata al cane ed è praticamente cosmopolita. Al contrario delle altre zecche, se introdotta in un’abitazione, può trovare rifugio e compiere la muta al suo interno. Nel nostro paese è segnalata in tutte le regioni, soprattutto in aree dell’Italia centro-meridionale caratterizzate da clima caldo e asciutto. |
Importanza sanitaria e controllo
Vettore di numerosi agenti patogeni sia animali che umani.
Il contatto con la zecca avviene soprattutto in ambienti frequentati dai cani.
Misure di prevenzione consigliate:
- frequentare le aree potenzialmente a rischio con abbigliamento adatto ((pantaloni lunghi, calzini, scarpe chiuse, ecc);
- dopo aver sostato in un ambiente potenzialmente a rischio controllare accuratamente gli abiti ed il corpo;
- se si rinviene una zecca attaccata: rimuoverla il più presto possibile utilizzando una pinzetta. Non usare in nessun caso olio, alcool o altre sostanze per soffocare la zecca.
La maggior parte delle punture non ha sequela; la probabilità di trasmissione dei patogeni e tanto più alta quanto maggiore è il tempo in cui la zecca è rimasta attaccata. Lo svilupparsi di una reazione locale nel sito di puntura può essere indice di trasmissione di un agente patogeno, perciò tenere sotto controllo la temperatura corporea e la zona della puntura per 30/40 giorni; se compaiono febbre, dolore, rossore, gonfiore o altri sintomi consultare un medico.
ZECCA DEL PICCIONE
![]() Argas reflexus |
Descrizione
Appartiene al gruppo delle cosiddette “zecche molli”, per l’assenza di scudi rigidi sul corpo (di cui sono invece dotate, ad esempio, le zecche del cane). Di forma ovale, l’apparato boccale non è visibile sa sopra, in quanto nascosto in una concamerazione ventrale. Sono visibili ad occhio nudo (adulti 0,5-0,8 cm). |
Biologia Si nutre sugli uccelli ed occasionalmente sull’uomo, soprattutto nelle ore notturne. La sua presenza nelle abitazioni è di solito legata alla presenza nello stabile di nidi di piccione. |
Importanza sanitaria e controllo
Non sono vettori di malattie, ma possono provocare reazioni allergiche anche di grave entità. Le segnalazioni sono frequenti in stabili con presenza di piccioni nidificanti (particolarmente interessati edifici nei centri storici). Risoluzione del problema mediante allontanamento dei piccioni, eliminazione dei nidi, accurata pulizia dei luoghi dove erano presenti i nidi ed uso di insetticidi di contatto in focolai e siti di aggregazione delle zecche.
Per ulteriori informazioni consulta la seguente pagina: Servizio identificazione Insetti
Pagina aggiornata al 11/10/2016