Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri
macelli

SARS-CoV-2 fra gli addetti dei macelli

Fonte: Segreteria Nazionale S.I.Ve.M.P.

Si registrano  persone  contagiate da COVID -19 fra gli operatori di uno dei più grandi stabilimenti per la lavorazione delle carni d’Europa, a Guetersloh, nel Land tedesco del Nord Reno-Vestfalia in Germania e anche negli Stati Uniti (es. Sud Dakota) il fenomeno sta preoccupando le autorità sanitarie,  allarmate anche per le segnalazioni provenienti da altri  Paesi.

“È bene ricordare –  scrive il Dott. A. Grasselli segretario del Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica – in  primo luogo che i focolai che stanno interessando i macelli in Europa e nel mondo, in particolare negli Usa e Brasile, non dipendono dagli animali o dalle carni che vi vengono lavorate”.

Tra i fattori di rischio:

  • l’elevata umidità e il maggior tenore di vapore tipici  degli ambienti di  macellazione o sezionamento  possono aver aumentato la diffusione del virus da un soggetto asintomatico o pauci sintomatico mediante “droplet” ad altri lavoratori che non hanno potuto proteggersi adeguatamente con i DPI (dispositivi di protezione individuale) che la legge italiana Dlgs n. 81/2008 prescrive;
  • l’escursione termica cui sono sottoposti i lavoratori che entrano ed escono dalle celle frigorifere, specialmente quelle di congelamento, che ha un impatto rilevante sulle vie respiratorie;

Nei macelli  e negli stabilimenti di sezionamento e lavorazione delle carni in Italia,  la gestione delle operazioni è ispezionata e certificata da Veterinari Ufficiali del Servizio Sanitario Nazionale che sono costantemente presenti lungo tutti i passaggi della filiera.

 

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