Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana M. Aleandri

Carbonchio ematico

 

 

Il carbonchio ematico è una malattia infettiva contagiosa che colpisce principalmente gli erbivori, ma che può interessare anche altri mammiferi, compreso l’uomo, ed alcune specie aviarie/rettili, manifestandosi con forme cliniche differenti. La mortalità può essere molto elevata, soprattutto negli  erbivori,  nei quali la malattia, in genere presenta un decorso setticemico acuto o iperacuto.
L’agente eziologico è il Bacillus anthracis, batterio bastoncellare  Gram–positivo capsulato, non mobile, sporigeno, aerobio. La malattia ha una distribuzione mondiale ed è una importante zoonosi.

 

Bacillus anthracis in quanto agente sporigeno, cioè in grado di produrre forme di resistenza definite “spore”, è in grado di  persistere nell’ambiente per tempi molto lunghi (anche decenni). Negli erbivori, l’infezione si instaura solitamente attraverso l’ingestione (es. al pascolo) delle spore di B. anthracis, oppure tramite il morso di mosche che si siano nutrite su soggetti o carcasse infette.

Al momento della morte, ad un eventuale apertura della carcassa, in seguito al contatto con l’ossigeno segue da parte della forma vegetativa del microrganismo la produzione delle spore, che come sopradetto rappresenta la forma di resistenza del microrganismo. Le spore possono rimanere vitali per anni nei campi (cosiddetti “campi maledetti”), potendo essere riportate alla luce da condizioni atmosferiche particolari (es. forti piogge spesso precedute da periodi di siccità) o in seguito a lavori agricoli (es. aratura). Al fine di evitare il disperdersi di spore nell’ambiente, non è pertanto assolutamente indicato aprire la carcassa al fine di effettuare esami postmortem.

 

La sintomatologia varia a seconda della specie colpita, nei ruminanti, specie più sensibili, spesso si osservano forme acute o iperacute, con  la morte che in genere sopraggiunge entro le  24 ore. All’esame anatomopatologico non sono evidenti  lesioni patognomoniche, tuttavia è sicuramente caratteristico l’aumento di volume della milza che presenta lesioni congestizio-emorragiche, la presenza di emorragie multiple con possibile fuoriuscita di sangue all’esterno dagli orifizi, la mancata coagulazione del sangue, e la presenza di edemi.

 

Per una rapida diagnosi di laboratorio è invece possibile osservare la presenza del Bacillus anthracis  in  uno striscio di sangue  prelevato dal soggetto morto. In questo caso, la presenza di batteri Gram-positivi di forma bastoncellare con estremità tronche “a canna di bambù”, che presentano una caratteristica metacromasia della capsula, è altamente indicativo.

 

Nell’uomo la malattia è rara nei paesi industrializzati e rappresenta una tipica zoonosi professionale, essendo maggiormente a  rischio soggetti che vengono a contatto con animali infetti o loro prodotti (es. allevatori, veterinari, soggetti che manipolano/lavorano le pelli degli animali).

Esistono tre forme cliniche della malattia:

  • cutanea: è la forma di gran lunga più frequente. L’infezione avviene per contatto, la spora penetra attraverso tagli, anche piccoli, o lesioni cutanee. Un iniziale rossore si trasforma in un paio di giorni in un’ulcera di piccole dimensioni a cui segue il rigonfiamento dei tessuti linfatici circostanti. Se non trattata la forma cutanea può essere letale nel 5-20% dei casi.
  • respiratoria: l’infezione avviene in seguito all’inalazione di spore, è la forma più grave, letale nella maggioranza dei casi. In genere si verifica a seguito di esposizione durante le lavorazioni di lane, pellami o farine di ossa contaminati.
  • gastrointestinale: piuttosto rara, l’infezione avviene per ingestione di carne e alimenti provenienti da animali malati.  L’infezione intestinale da antrace è letale nel 25-60% dei casi.

L’antrace rientra tra gli agenti considerati utilizzabili come armi biologiche, perché le spore possono essere disseminate per via aerea e causare gravi casi di antrace da inalazione. Tuttavia, la dose di spore necessaria per un attacco biologico è estremamente elevata.

 

Infezioni da antrace si possono verificare in tutto il mondo, ma sono più comuni nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in quelle nazioni dove non sono stati attivati programmi di eradicazione negli animali. In Italia, il carbonchio ematico è considerata una malattia endemica che si presenta a carattere sporadico colpendo principalmente gli animali erbivori al pascolo. Ogni anno si registrano un numero ridotto di episodi localizzati prevalentemente nelle regioni centrali, meridionali ed insulari.

 

 

Attività diagnostiche IZS LT

Presso il Laboratorio Agenti Zoonosici Speciali della Direzione Operativa Diagnostica Generale – sede centrale di Roma (responsabile Dr. Antonio Battisti) si effettua l’isolamento e l’identificazione di Bacillus anthracis  a partire da sangue, fluidi biologici, organi, tessuti ed altre matrici (pelli, lane) di animali domestici e selvatici.

 

Relazioni e approfondimenti

 

Link utili

 

Contatti

D.O. Diagnostica generale presso la sede di Roma.

Pagina aggiornata al 14 Marzo 2018

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